SundayUp - Il fascino dell'invisibile nel cinema

Il sesso è una buona scusa per parlare di cinema. È stato autorevolissimamente sostenuto (Metz, Thomson, Costa) che guardare un film sia un po’ come guardare chi fa l’amore: lo spettatore si troverebbe in una condizione di “voyeurismo”. Il rapporto fra spettatore e film è quello che Roland Barthes ha chiamato “non critica (intellettuale); è, se così si può dire, una distanza amorosa. Una jouissance de discrétion” – come se il film fosse un oggetto concupito. Tuttavia non è questo legame fra le due esperienze che voglio esplorare, bensì un’altra caratteristica e per così dire più profonda proprietà del cinema. È l’idea secondo cui il miglior cinema dovrebbe nascondere piuttosto che mostrare. L’idea si trova in nuce già in Ejsenstein, che ha esplorato il montaggio come “un’idea che deriva dall’unione di due inquadrature indipendenti l’una dall’altra”: c’è quindi sempre un elemento invisibile fra due fotogrammi, come un momento di buio. Ma la stessa idea, che la camera possa nascondere, è stata più volte ripresa nella storia dei film (per esempio dal maestro del fuori campo, Fritz Lang), o in scritti teorici (Sontag: “la rappresentazione della realtà fatta dalla macchina deve sempre nascondere che mostrare”; Casetti: il cinema mostra solo un frammento, quindi ogni inquadratura nasconde qualcosa). 

Ho scelto perciò le mie tre scene di sesso preferite. Sono quelle in cui il cinema crea nascondendo. Riprendendo le parole della Sontag: “A differenza della relazione amorosa, che è basata su come qualcosa appare, la comprensione è basata su come qualcosa funziona. E il funzionamento succede in una durata, e con una durata dev’essere spiegato. Solo ciò che narra può farci capire”.

3. Jauja (Argentina, Danimarca, Francia 2014)

In Jauja, di Alonso, la quindicenne Ingeborg (Viilbjørk Malling Agger) ha una storia clandestina con Corto (Diego Roman), soldato argentino. Un’inquadratura con la macchina fissa li mostra seduti in un cespuglio vicino ad un fiume, in fuga dalla civiltà, verso il deserto. Non possono parlare l’uno all’altro: lei parla solo danese, lui solo spagnolo, e il loro dialogo è surreale. L’impossibilità di ogni comunicazione verbale potrebbe già considerarsi una situazione altamente erotica, ma quando Corto comincia a baciare la ragazza, l’inquadratura cambia e gli amanti si sdraiano, scomparendo al di sotto del margine inferiore dell’inquadratura. La macchina da presa rimane immobile ad inquadrare quello che rimane sullo sfondo – un cespuglio con un cavallo- per quaranta secondi. Non c’è dubbio su cosa succeda al di sotto dell’inquadratura, eppure tutto è estremamente elegante. Ciò grazie anche alla bellissima fotografia di questo film.

Terzo posto: Corto "makes love to" Ingeborg in Jauja

Il film si fa più complicato nella seconda metà e dà anche un significato diverso a questa scena. Vale la pena vedere tutto il film, e non solo questa scena hard. 

2. Palo Alto (USA 2013)

Palo Alto di Gia Coppola – basato sull’omonimo romanzo di James Franco- ha come protagonisti degli inquieti adolescenti californiani. In uno degli episodi del film, Fred (Nat Wolff) e Emily (Zoe Levin) stanno flirtando nella stanza della ragazza. Come in Jauja, quando i ragazzi cominciano a baciarsi sdraiandosi sul letto, la telecamera mostra qualcos’altro: in questo caso, immagini dei giocattoli di Emily.


Secondo posto: Palo Alto, Fred ed Emily fanno l'amore

Dopo nove inquadrature di giocattoli, smalti, e foto di bambini, viene inquadrato il letto, dove Emily e Fred, mezzi nudi, hanno finito di giocare. La telecamera, che non ha fatto vedere gli amanti, ha dato invece la possibilità alla regista di riflettere sulla naiveté della ragazza. “La tua stanza è piena di roba” – aveva notato Fred entrando – ma possiamo facilmente intuire che “la roba” ha invece un valore affettivo per Emily, ignorato da Fred ma non dalla regista. I giocattoli, ricordi d’infanzia, mostrano l’innocenza di Emily. È come se fare l’amore le cambiasse la visione del mondo. Probabilmente non guarderà più quei giochi nello stesso modo. I peluche e altri oggetti tipicamente femminili creano un sublime contrasto con la nuova attività proposta dal ragazzo. È come se, mostrando il resto della stanza, la regista avesse preso in considerazione la fragilità della ragazza, cosa che il ragazzo non ha fatto. La vulnerabilità della ragazza è ancora più chiara dopo il sesso, quando resta tipicamente sorpresa che il ragazzo lasci il letto, e gli chiede perfino- siamo pur sempre in un film americano- “mi chiamerai?” (lui ovviamente risponde “Cool. Ci vediamo in giro”).


1. Nymphomaniac (Danimarca 2013) 

Al primo posto, una piccola variatio. In questo film, ode alla sessualità, il sesso è mostrato e anche in modo piuttosto esplicito. Le scene di sesso tuttavia non sono mai fini a se stesse, e tutte potrebbero essere la mia preferita, perché tutte fanno uso delle enormi potenzialità espressive del mezzo cinematografico (montaggio, musica, fotografia, recitazione…).  Ma la mia scena preferita unisce tutto questo: riproduzione della realtà e nascondimento al tempo stesso, montaggio e ironia: trasforma l’atto in musica, riflessione, direi quasi gioco. Oltre ad essere cinema alla massima potenza, è anche una riflessione sul sesso – ed unisce perciò le due arti.  Fra le centinaia di amanti che ha avuto, Joe (Charlotte Gainsbourg) ne ricorda tre in particolare – uno solo, ovviamente, non basta. Questi tre uomini hanno caratteristiche molto diverse eppure in qualche modo complementari, e, riuniti nel ricordo, creano una bellissima armonia – paragonata ad una composizione di Bach- con connotazioni quasi mistiche. La nostra Roberta Cristofori ha parlato del film qui, qui e qui.


Primo posto: Nymphomaniac vol 1. La scena in cui viene rivelato l’ingrediente segreto del sesso  


Luigi Lonardo 

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