Eppur
qualcosa si muove sul fronte orientale. Non stiamo parlando (più) di
guerre, conflitti e scontri, ma del lento moto che sta portando,
passo dopo passo, l'ex gigante jugoslavo alla corte d'Europa. Una
corte d'Europa che, al momento, ha una sola regina capace di
esercitare il suo fascino sui paesi della regione balcanica: Frau
Angela Merkel.
Fonte: theguardian.com |
Mentre gli sforzi del Belpaese erano tutti rivolti a convincere i colleghi europei che scegliere Federica Mogherini come nuovo Alto Rappresentante per la Politica Estera e di Sicurezza dell'UE, (fin troppo) banalmente "lady Pesc". Un'altra grande lady europea, che forse preferisce sentirsi chiamare Frau ha raccolto attorno a sé i principali quadri politici, diplomatici ed economici della zona un tempo definita Jugoslavia. Infatti grazie
all'iniziativa della sua cancelliera, si è svolta recentemente in
Germania la Conferenza sui Balcani occidentali che ha richiamato a
Berlino non solo i primi ministri dei Paesi interessati (Albania,
Bosnia-Erzegovina, Kosovo, Macedonia, Montenegro, Serbia, Croazia,
Slovenia),
ma anche i titolari dei dicasteri dell'Economia e degli Esteri. A
completare il parterre di partecipanti, il presidente del Consiglio
europeo, Herman Van Rompuy, l'ormai ex presidente della Commissione europea,
José Manuel Barroso, l'ex Alto rappresentante per la Politica estera e
di sicurezza dell'UE, Catherine Ashton, il commissario europeo
all'Allargamento, Stefan Fuele, e i rappresentanti governativi di
Austria, Francia e Paesi Bassi come osservatori.
Fonte: osservatorioitaliano.org |
Tra
gli obiettivi dell'incontro, il principale è stato quello di
proporre ed implementare alcuni progetti di sviluppo per la regione
che tengano in considerazione lo slancio orientato all'allargamento
della grande organizzazione sovranazionale pan-europea. Sebbene i
principali promotori del processo non siano più Regno Unito,
Austria, Grecia ed Italia, la Germania sembra aver raccolto il loro
testimone. Infatti, la Merkel, promuovendo l'evento, ha dichiarato
che “la
Germania invita tutti gli stati dei Balcani ad una conferenza a fine
agosto per mettere in chiaro che vogliamo sostenerci a vicenda e
guardare al futuro insieme. Ecco
perché abbiamo una forte presenza nella regione.”
Una
presa di posizione decisa, coerente con l'approccio tedesco
all'allargamento promosso dalla Cancelliera. Questo approccio è
caratterizzato da una forte apertura controbilanciata da un'attenta
valutazione, seria ed equa, del rispetto dei criteri necessari per
l'ingresso nell'Unione: solidità ed equità sono dunque elementi
imprescindibili nella ricetta che i Paesi balcanici devono seguire
per realizzare il sogno dell'ingresso nell'UE.
Tuttavia
non è possibile sottovalutare l'influenza della politica
nell'assegnazione dello status di Paese candidato all'ingresso,
infatti negli ultimi tempi si è assistito all'esacerbarsi dei
conflitti interni all'Europa orientati a spartirsi il potere
piuttosto che all'interesse continentale. Espressione di questi
scontri sotterranei sono i veti bilaterali posti da alcuni Paesi
membri verso altri Paesi candidati, come quello espresso dalla Grecia
nei confronti della, tradizionalmente mal sopportata, Macedonia.
Se
all'inizio degli anni 2000 la strada dell'integrazione dei Balcani
nell'Unione pareva segnata, oggi possiamo osservare come si tratti di un
processo fortemente rallentato e bloccato a metà. Se la presenza
della Slovenia nell'UE è ormai una realtà assodata, soltanto la
Croazia ha potuto seguirla a partire dal 2013. Montenegro e Serbia
hanno iniziato i negoziati di adesione, la Macedonia e Albania sono
ufficialmente paesi candidati, mentre per la Bosnia-Erzegovina la
strada è ancora lunga così come per il Kosovo che si trova ancora
in una fase di negoziato per raggiungere un accordo d'associazione.
Fonte: ansa.it |
Dal canto suo, Angela
Merkel ha confermato gli investimenti finalizzati alla crescita dei
Paesi dell'area, dei rapporti con l'Europa e delle relazioni
pacifiche tra gli stati parte dell'ex Jugoslavia. La cancelliera si è
detta convinta che vi siano buone possibilità di ingresso nell'UE
per tutti gli stati presenti alla Conferenza. Sulla stessa linea, Barroso ha affermato che
è “interesse politico, economico e geo-strategico” dell'Europa
che tutti i paesi dei Balcani occidentali aderiscano all'Unione. Il
processo di inclusione e potenziamento delle relazioni multilaterali
non è quindi in discussione, tuttavia, lascia intendere Barroso, il
suo successo dipenderà dalle azioni e dalle scelte degli stati
partner in particolare nell'ambito della cooperazione regionale.
L'integrazione
regionale prima che continentale è un prerequisito fondamentale
perché crea stabilità ed elimina ostacoli e pregiudizi che
potrebbero poi risultare fatali.
Fonte: osservatorioitaliano.org |
Come
a rispondere immediatamente all'invito di Barroso, il primo ministro
albanese, Edi Rama, ha approfittato dei riflettori puntati sulla
Conferenza per annunciare la prima visita ufficiale di un capo di
governo albanese in Serbia dal 1946. Il viaggio istituzionale, che
avverrà a fine ottobre, è frutto della volontà bilaterale dello
stesso Rama e del suo corrispondente serbo, Vucic, di avviare la
costruzione di ponti laddove ci sono stati a lungo odi e conflitti.
Il premier albanese ha sottolineato che “i
paesi dei Balcani devono lavorare insieme, anche gli albanesi con i
serbi, per poter garantire che la gente possa approfittare il più
possibile di questo nuovo vento dei Balcani”.
La nomina della Mogherini è stata accolta con tiepido entusiasmo a Belgrado che aveva ricevuto qualche rimprovero non più di un mese fa dall'Alto commissario. La percezione è che difficilmente una decisione potrà essere presa senza una telefonata a Berlino e che, nonostante la convocazione di una conferenza tra Italia, Serbia ed Albania per rafforzare i rapporti reciproci in vista dell'allargamento dell'Unione, il forte rapporto personale costruito dalla Merkel con i leader balcanici e soprattutto con Vucic continuerà a determinare la strada da seguire.
La nomina della Mogherini è stata accolta con tiepido entusiasmo a Belgrado che aveva ricevuto qualche rimprovero non più di un mese fa dall'Alto commissario. La percezione è che difficilmente una decisione potrà essere presa senza una telefonata a Berlino e che, nonostante la convocazione di una conferenza tra Italia, Serbia ed Albania per rafforzare i rapporti reciproci in vista dell'allargamento dell'Unione, il forte rapporto personale costruito dalla Merkel con i leader balcanici e soprattutto con Vucic continuerà a determinare la strada da seguire.
Una strada che, rispetto anche al recente passato sembra allontanarsi sempre più dalla sfera di influenza russa, a favore di una forte apertura verso l'Europa. Se, come spesso
accade, si tratti di svolte retoriche oppure di cambiamenti
sostanziali, sarà soltanto il tempo a confermarlo. Tuttavia il
rinnovato clima di dialogo ed apertura così come la leadership
tedesca nel processo di allargamento dell'Unione Europea a Sud-Est
sembrano ormai una realtà affermata, qualsiasi sarà il suo
risultato finale.
Angela Caporale
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