Voglio fare una “sensata esperienza“, per dirla come avrebbe fatto Galilei, e farvi una proposta: se vi dessi venti euro per dire davanti ad una telecamera quel che voglio io per un paio di minuti lo fareste? Nulla di che, vorrei vedervi dire che gli immigrati e i clandestini vanno accolti a braccia aperte da ogni italiano. Sono certo che a me direste di no. Tuttavia mi pare di capire che ci sia qualcun altro che invece un’offerta del genere non solo l’accetterebbe ma l’abbia già accettata varie volte. Mi riferisco, chiaramente, al personaggio che davanti le telecamere di Mediaset affermava di essere un rom rivenditore di macchine rubate e che qualche giorno dopo in un altro servizio (dello stesso “giornalista” peraltro) diceva di essere un musulmano desideroso di veder morire i cristiani. Finalmente è crollato il velo di menzogne. Finalmente possiamo affermare con una certa sicurezza che quel che ci hanno raccontato finora è stato solo il frutto di una messinscena. Tristi saranno i volti dei neo-fascisti nel constatare che di fatto il rom non ha rubato nulla. Pianti di disperazione si verseranno sulla prova concreta dell’innocenza di due bambine rom asserenti di guadagnare mille euro al giorno tra elemosina e ruberie varie. Si doleranno terribilmente, fustigandosi la schiena (magari!), coloro i quali erano davvero convinti che immigrati e barboni fossero il male da estirpare. Oggi (17 maggio, ndr), in seguito alla scoperta da parte di quel triste e indegno programma che comunque resta Striscia la Notizia, possiamo dire ad alta voce che il cervello degli italiani è stato riempito di menzogne. Un giornalista Mediaset (nome e cognome? Fulvio Benelli) pagava finti rom e finti musulmani in cambio di finte dichiarazioni “scandalistiche” (mi perdoni Pasolini) in grado di riaccendere nei cuori degli italiani quel fantastico sentimento xenofobo e fascista che mai li ha davvero abbandonati dalla fine della guerra. Ebbene oggi ci siamo svegliati e abbiamo visto chiaramente interviste create col solo scopo di far dire qualche altra baggianata a Salvini, in qualche tremendo salotto pubblico, uno di quelli attorniati dalle telecamere che già di loro rendono “irreale” l’immagine rappresentata (figurarsi l’audio!). Alcuni italiani hanno già sposato la verità, hanno abbracciato la “rivoluzione visuale” e stanno già mostrando il loro sollievo: non ce la facevano più a dare dell’assassino all’immigrato, ora possono infine dire di amarlo con tutto il cuore. Altri, purtroppo, sono già alla reazione. È incredibile come oggi non si faccia nemmeno in tempo a lanciare una rivoluzione che già ci sono i reazionari pronti a rispondere, se le prepareranno prima? Lo dico perchè mi è parso di vedere, come è parso anche al collega Mauro Munafò – blogger de l’Espresso – che qualcuno sia già arrivato a dire: “Certo che è finto, lo sapevamo ma nessuno può negare che rom ed immigrati quelle cose le facciano”, una sorta di Guzzantesco “E allora le foibe!?“. Dei veri geni del male. Giuro, io non ci sarei mai arrivato ma l’italiano è una bestia particolare, rivoluzionario nelle dichiarazioni di voto e reazionario nei risultati. Però ragazzi, serve più organizzazione. Per ora siamo ancora ai franchi tiratori che sprizzano odio da tutti i pori, serve qualcosa di più istituzionale. Adesso vogliamo un Salvini che condanni l’accaduto. Gli suggerisco io l’intervento: «Questo odio per il diverso non mi appartiene e non appartiene alla Lega. Noi siamo per la legalità!» Ecco, in questo modo guadagnerebbe altri voti. Non so se definire l’italiano medio definitivamente ignorante, di certo quello che ho visto e sentito mi ha convinto ancor di più di una tesi tutta mia, e cioè che l’italiano ama il titolo e lì si ferma. La sua conoscenza di un qualsiasi fenomeno è puramente superficiale. Così superficiale che se scrivessi un articolo dal titolo “Gli immigrati ci tolgono il lavoro”, dotato di un sottotitolo che reciterebbe più o meno così: «Tutte le bugie xenofobe degli italiani», otterrei un milione di condivisioni sui “social”. Uno schifo. Però la notorietà è assicurata!
Claudio Caramadre
Articolo originariamente pubblicato su Osservatorio Supernova
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