Gli impresentabili 2015

Domenica 31 maggio i cittadini di sette regioni italiane saranno chiamati alle urne per decidere quale sarà il loro prossimo governatore. Si voterà in Veneto, Liguria, Toscana, Umbria, Marche, Campania e Puglia. 
Regionali 2015
Fonte: ctnews.it

Oltre all’importanza delle elezioni, quello di domenica sarà un probante test sia per il Governo guidato da Matteo Renzi sia per le opposizioni, in particolare quella di Matteo Salvini che nell’ultimo mese ha girato in lungo e largo gran parte delle regioni in questione, parlando e incontrando numerosi cittadini e scontrandosi contro altrettanti. 
Le elezioni di domenica prossima possono essere considerate una cartina tornasole del pensiero degli italiani, dato che le regioni sono la via di mezzo tra il voto utile a livello nazionale e il voto per conoscenza personale di quelle amministrative, anche se non così decisive come quelle del 2000 quando l’allora Presidente del Consiglio Massimo D’Alema fu costretto a dimettersi dopo il voto in ben quindici regioni che premiarono il centrodestra.
Matteo Salvini, invece, ha già affermato che se il centrodestra dovesse “rubare”, oltre alla conferma del Veneto, una regione alla coalizione di centrosinistra, per Renzi sarebbe inevitabile consegnare le proprie dimissioni. Il Presidente del Consiglio, dal canto suo, ha già messo le mani in avanti, passando da una previsione di vittoria per 6 a 1 di un mese fa ad un 4 a 3 in favore del Partito di Governo. 

Le prossime elezioni sono passate alla ribalta soprattutto per lo scandalo “impresentabili” nelle liste di diverse fazioni, dal Veneto passando per la Liguria, fino ad arrivare in Campania. 
Ma passiamo ad analizzare la situazione regione per regione, presentando i candidati e le possibili soprese e conferme che si potrebbero verificare. 
In Veneto il Governatore uscente della Lega Nord, sostenuto anche da Forza Italia, Luca Zaia, è dato nettamente in vantaggio dai sondaggi con il 40% sulla rivale Alessandra Moretti del Partito Democratico che si ferma a poco più del 31 e sul sindaco di Verona ed ex leghista Flavio Tosi al 10. 
Zaia, Presidente della Provincia di Treviso dal 1998 al 2005, ha ricoperto dal 2008 al 2010 l’incarico di Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali nel Governo Berlusconi, mentre Alessandra Moretti è stata vicesindaco di Vicenza ed europarlamentare. In Veneto non sembra esserci partita, per il momento, nonostante l’ottimismo del PD e dopo il viaggio di Renzi  a sostegno della sua candidata di settimana scorsa. Il Partito democratico ostenta sicurezza, ma la vittoria è lontana e sembra che anche per questa tornata l’assalto al Veneto dovrebbe fallire.  

La Liguria è invece la regione con la maggiore incertezza. 
Il PD punta forte su Raffaella Paita che però sta perdendo terreno dopo l’inchiesta per omicidio colposo e disastro doloso che l’hanno riguardata direttamente e dopo lo scandalo delle Primarie che hanno visto la fuoriuscita dal partito di Sergio Cofferati. L’avversario è Giovanni Toti di Forza Italia sostenuto anche dalla Lega Nord dopo il ritiro della candidatura di Edoardo Rixi. Toti non è un avversario insuperabile, tutt’altro, bensì i problemi pocanzi descritti e i voti che andranno a Luca Pastorino di L’Altra Sinistra lo portano a ridosso della candidata democratica. In Liguria Matteo Renzi si gioca molta, se non tutta la propria credibilità, dopo la questione primarie, e la scelta di confermare Raffaella Paita potrebbe costare molto caro a lui e al suo Governo. 


In Toscana la vittoria di Enrico Rossi, Governatore uscente del PD, è scontata, nonostante un rischio di astensionismo molto alto. Claudio Borghi è invece il candidato della Lega Nord, economista e professore all’Università Cattolica di Milano, ed è uno degli artefici della battaglia no-euro perseguita da Matteo Salvini. Si trova da poco in politica, ma è riuscito sin da subito ad ottenere la fiducia del suo leader. 
Enrico Rossi, classe 1958, ha vinto le elezioni del 2010 sfiorando il 50% dei consensi, mentre gli ultimi sondaggi lo danno sì al di sopra del 45%, ma comunque abbastanza lontano dal record di cinque anni fa, mentre Claudio Borghi e il grillino Giacomo Giannarelli sono fermi al 15. Da notare il declino di Forza Italia con il suo candidato Stefano Mugnai al di sotto del 10% delle preferenze. 

In Umbria, a differenza della Toscana, regna ancora un’apparente incertezza. La Governatrice uscente Catiuscia Marini del Partito Democratico, sostenuta dall’intero centrosinistra, è avanti di 4 punti percentuali, sempre secondo i sondaggi, sul sindaco di Assisi Claudio Ricci sostenuto da Forza Italia. 38% per la prima, 34 per il secondo, con Andrea Liberati del Movimento 5 Stelle fermo al 20. 
Il programma della Marini pone le fondamenta sulla promozione dello sviluppo urbano, in particolare dei centri storici, andando a scontrarsi con quello del suo avversario secondo il quale la casa è un diritto di tutti, garantirla un dovere di chi amministra.  Nelle intenzioni di Ricci c’è la realizzazione di case popolari che verranno assegnate, con alcuni parametri di priorità, a chi risiede in Umbria da almeno 10 anni e dando prevalenza a famiglie numerose e con disabili. 

Nelle Marche Gian Mario Spacca, dal 2005 il governatore della regione Marche e rieletto nel 2010 nelle fila del Partito Democratico, ha deciso di provare a correre per un terzo mandato. La novità più importante, però, è che questa candidatura non sarà più tra le fila dei Dem, bensì Spacca ha fondato la lista Marche 2020 per appoggiare una sua nuova corsa. Forza Italia ha deciso di appoggiarlo, non avendo trovato nessun candidato da lanciare in campagna elettorale. E quindi si è venuta a creare la curiosa situazione per cui l'ex candidato del centrosinistra si è trasformato per magia in quello del centrodestra. Luca Ceriscioli, insegnante di 49 anni, è invece  il nuovo candidato del centrosinistra e favorito per la successione di Spacca. Nelle Marche la vittoria del Partito Democratico non è in dubbio, ma è da sottolineare come il Movimento 5 Stelle, con il suo candidato Giovanni Maggi, molto probabilmente supererà il 20% delle preferenze. 

In Campania il Governatore uscente, Stefano Caldoro, ha deciso di ricandidarsi per un secondo mandato, sempre sostenuto da Forza Italia. Ministro per l’Attuazione del Programma del Governo tra il 2005 e il 2006 e indagato per abuso di ufficio nel 2015 nell'ambito di un'inchiesta sul trasporto pubblico locale, Caldoro, secondo i sondaggi, non avrebbe abbastanza voti per mantenere la carica, fermandosi al 33% delle preferenze. Vincenzo De Luca è il candidato del centrosinistra e al momento favorito per la vittoria finale. Ex-sindaco di Salerno per ben quattro mandati ed ex Sottosegretario del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti è una candidatura scomoda per il Partito Democratico, il quale ha provato a cambiare candidato in corsa, senza successo. De Luca è infatti condannato in primo grado per abuso d’ufficio, e nel caso dovesse venire eletto la sua carica decadrebbe immediatamente. L’ex sindaco spera in una vittoria sia alle elezioni che al Tar, dove ha già dichiarato di voler fare ricorso.  

In Puglia appare invece scontato il successore di Nichi Vendola: Michele Emiliano, candidato del Partito Democratico, dovrebbe essere rieletto senza alcun problema, sfondando la quota del 40% e affossando gli altri candidati. Nuovo Centrodestra e Fratelli d’Italia corrono con Francesco Schittulli, mentre Forza Italia e Noi con Salvini con Adriana Poli Bortone. 
I sondaggi possono significare molto, ma l’ultima parola spetta sempre ai cittadini, e vedendo le ultime indiscrezioni sembra che, ancora una volta, il vero vincitore non sarà né Renzi né Salvini ma l’astensionismo. 



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