Pronto il piano legale sulla missione navale per fermare gli scafisti in partenza dalla Libia
Federica Mogherini all'ONU || Fonte: si24.it |
L’11 maggio l’Alto Rappresentante Federica Mogherini è intervenuta presso il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per presentare i futuri obiettivi dell’Unione Europea in materia d’immigrazione (qui il testo completo dell’intervento: http://bit.ly/1KBYpWF). Lady PESC ha sottolineato come l’attuale situazione sia di una drammaticità senza precedenti e quanto ci sia bisogno di una soluzione d’emergenza ad un fenomeno che è ormai diventato strutturale. Ciò che emerge dal discorso è un particolare accento sul concetto di sicurezza e non solo di emergenza umanitaria. I punti principali illustrati dalla Mogherini riguardano: aiuti ai paesi di origine e di transito dei migranti, migliori controlli alle frontiere in Libia e nei paesi confinanti, una serie di missioni contro i trafficanti di esseri umani e gli scafisti e la suddivisione dei profughi attraverso un meccanismo di quote tra i Paesi dell'Unione (di quest’ultimo punto abbiamo parlato qui: http://bit.ly/1Kag4HZ). In merito al terzo punto la Mogherini ha presentato una risoluzione sulla Libia ispirata al ”Capitolo VII” della Carta ONU (denominato “Azioni da intraprendere rispetto a minacce alla pace, violazioni della pace e aggressioni”) per autorizzare l’uso della forza. La risoluzione è stata preparata dalla Gran Bretagna e prevede una missione sotto il comando dell’Italia, quartier generale a Roma, con la partecipazione di circa una decina di stati. Si vorrebbero consentire tre tipi di operazioni militari: nelle acque internazionali, nelle acque territoriali di Tripoli, e nei porti, con la possibilità quindi di scendere a terra, se fosse necessario per rendere inutilizzabili i barconi. Il testo della risoluzione mette in collegamento il traffico degli esseri umani, la sicurezza e la stabilità della Libia. Lo scopo è eliminare il modello operativo dei trafficanti, individuando, catturando e distruggendo i barconi prima che siano usati per trasportare migranti. Per quanto riguarda il trattamento dei migranti che saranno fermati, rispettando le leggi internazionali, non potranno essere rimandati indietro.
Basandosi sul “Capitolo VII” la risoluzione non avrebbe bisogno del via libera dello Stato interessato, ma i partecipanti non vogliono dare l’idea di voler invadere il Paese. È quindi in corso una discussione con il governo in esilio di Tobruk affinché invii una lettera che richieda l’intervento. Il problema però è il rapporto con l’esecutivo islamico di Tripoli, che controlla le coste di partenza dei barconi. Tobruk vorrebbe evitare un riconoscimento vero e proprio da parte dell’ONU del governo di Tripoli, ma almeno sul piano formale servirà l’assenso di quest’ultimo. Il mediatore ONU Bernardino Leòn e la Mogherini sono coinvolti nel negoziato con le autorità locali per la risoluzione e Leòn ha inviato una proposta di governo di unità nazionale alle due parti. L’ambasciatore libico all’ONU ha dichiarato di ritenere l’operazione “preoccupante”, lamentandosi del fatto che il governo di Tobruk sia stato contattato solo una volta redatto il piano della missione e non prima. In particolare ha espresso preoccupazioni in merito alla difficoltà di distinguere tra i barconi dei trafficanti e quelli dei pescatori. Critiche arrivano anche da diverse ONG che temono che l’operazione porti ad ancora più morti in mancanza di altre vie di fuga più sicure. Data la situazione politica dei paesi di origine, non sarà certamente quest’operazione a fermare i flussi migratori e il risultato potrebbe essere che ci saranno sempre più persone sui pochi barconi rimasti in circolazione o che addirittura i migranti cercheranno di costruire delle proprie navi.
Fonte: oltrelostretto.blogsicilia.it |
Lo Staff della Mogherini ha redatto un documento (“Crisis Management Concept”) contenente gli obiettivi della missione navale, che proprio ieri è stato approvato dai ministri degli Esteri e della Difesa dei ventotto stati dell’UE incontratisi a Bruxelles. La missione dovrebbe chiamarsi Eunavfor Med ed essere affidata all’ammiraglio di divisione Enrico Credendino. Secondo il sito Bruxelles2 specializzato nelle questioni di sicurezza e difesa Ue, i costi comuni dell'operazione (finanziati da tutti i paesi membri, salvo la Danimarca che ha un opt-out) ammonterebbero a circa 14 milioni di euro. La Mogherini ha ribadito che si esclude qualsiasi tipo di operazione militare sul territorio libico. Una volta ottenuto il mandato ONU, il piano della missione navale sarà presentato, per ottenere l’approvazione, al Consiglio Europeo del 25 e 26 giugno. Certo quanto avvenuto ieri da un forte segnale politico in merito alla volontà degli stati, ma la proposta dell’UE non avrebbe nessuna applicabilità senza l’approvazione del Consiglio di Sicurezza di una risoluzione. Per quanto riguarda i membri permanenti, se Francia, GB e USA sostengono apertamente l’Unione e la Cina sembra essere in linea di massima favorevole, lo stesso non può dirsi per la Russia. Quest’ultima teme che si possa ripresentare una situazione simile al 2011, quando la risoluzione del Consiglio di Sicurezza sulla Libia per aiutare i civili libici fu in realtà usata dall’Occidente per rovesciare il regime di Gheddafi; chiede quindi che sia più chiaro che l’intervento deve essere consentito solo per contrastare il traffico. I Russi però non sembrano irremovibili. L’ambasciatore russo Vladimir Chizov ha detto alla testata giornalistica POLITICO che la Russia è pronta a collaborare con l’UE e i suoi stati membri per risolvere la situazione del Mediterraneo, anche su una risoluzione del Consiglio di Sicurezza. L’Europa spera che la risoluzione venga approvata durante le prossime settimane in modo che dopo il Consiglio Europeo possa già essere messa in pratica.
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