Calcio - Top e Flop della 7^ di Serie A

In questa settima giornata di campionato ci sono stati tantissimi gol stupendi. Troppi per entrare in classifica, e così diversi da rendermi impossibile scegliere tra loro. Quindi vi inserisco qui i link ai vari gol di POGBA, OBIANG, SAU, DYBALA, BERTOLACCI, sperando di farvi cosa gradita. 

TOP


Giancarlo Gonzalez (Palermo – Cesena 2-1)
Fonte: zimbio.com
Ai più attenti, calcisticamente parlando, questo nome ricorderà qualcosa. E non qualcosa di bello. Giancarlo infatti è pedina fondamentale della Nazionale del Costa Rica, che ha sconfitto l’Italia agli ultimi Mondiali ed ha sorpreso il mondo, giungendo fino ai quarti. Ebbene, Giancarlo, dopo Alajuelense, Valerenga (in Norvegia) e Columbus Crew (USA) si è trasferito in Sicilia, sponda Palermo. Appena arrivato, si becca una distorsione al ginocchio che lo tiene fuori dal campo per un mesetto buono. Poi arriva finalmente l’esordio in Serie A, contro il Cesena. L’esordio si avvia verso un tranquillo e meritato 6.5 per abilità in chiusura e capacità di inserimento sui calci da fermo, quando al 91’, proprio su calcio d’angolo, batte di testa Leali e porta i rosanero sul definitivo 2-1. La prima volta (in Serie A) non si scorda mai. 

Keisuke Honda (Hellas Verona – Milan 1-3)
Straripante inizio di stagione del giapponese, che ha totalizzato sei reti in sette partite. Ed in questa giornata ha segnato la sua prima doppietta con la maglia del Milan, con due azioni personali molto belle. Finora pochissimi giapponesi si erano distinti per reti segnate in Serie A. L’ultimo fu Morimoto del Catania, mentre prima troviamo Nakata e Nakamura. Di tutt’altro livello fu la storia  di Kojiro Hyuga, più conosciuto come Mark Lenders, che tutti ricordiamo approdare alla Reggiana in prestito dalla Juventus. Ma quella era la Serie C1, erano altri tempi, ed in definitiva era un cartone (Holly e Benji, per chi non avesse colto la citazione). Honda invece è un calciatore vero, nonostante tutto il parlare della stagione scorsa, vissuta tra pochi alti e molti bassi. Pare che ora con Inzaghi in panchina sia tutta un’altra storia.

Lazio, ovvero come ribaltare una stagione in tre partite (Fiorentina – Lazio 0-2)
Tre punti nelle prime quattro partite, e nove punti nelle ultime tre. La Lazio (e Pioli con lei) è il simbolo di “come cambiare prima che sia troppo tardi". Nelle prime partite la squadra biancoceleste non è mai sembrata capace di giocare 90’ ad alto livello, o comunque di superare avversarie considerate pari livello negli scontri diretti. Pioli ha cercato di cambiare il meno possibile, preferendo mantenere il modulo della scorsa stagione (4-3-3) pur essendo costretto a cambiare uomini. Klose infatti, nonostante il grande Mondiale, non ha ancora segnato e Keita, fenomeno della scorsa stagione, è sparito dai radar della “titolarità”. Ma i risultati non sono stati dalla sua, e tranne un bugiardo 3-0 contro il Cesena sono arrivate solo sconfitte. Spazio quindi alla rivoluzione, in primis del modulo. 4-2-3-1, con Djordjevic unica punta. E il nuovo acquisto non ha per nulla deluso nel nuovo ruolo di unico perno d’attacco, raggiungendo la ragguardevole cifra di 5 reti in tre partite, compresa una tripletta con il Palermo. La Lazio ha imboccato la via giusta, ora non serve altro che continuare così. 

FLOP

Rafael Marques – Rafael Marquez (Hellas Verona – Milan 1-3)
Fonte: espndeportes.com
La differenza grafica è minima. Basta una lettera diversa, s/z, ad indicare due vite completamente diverse. L’uno è brasiliano, al Verona dal 2013, ed ha vestito tante maglie diverse, ma tutte in Brasile. L’altro è il Gran Capitan, immagine del Messico Calcistico, campione in ogni campionato in cui ha giocato e all’ennesima esperienza fuori dal suo paese d’origine. Eppure, in questa giornata di campionato, sono accomunati da una cosa in più, oltre che dal vestire la maglia dell’Hellas e dall’avere dodici lettere uguali tra nome e cognome. Prendono lo stesso voto sulla maggior parte dei siti e quotidiani sportivi, che sia 5, 4 o 4.5. Infatti la sconfitta della squadra scaligera passa proprio per i loro piedi. Non riescono a fermare la straripante voglia del Milan di vincere, e quando ci provano, prima fanno autogol (Marques) e poi si fanno buttare fuori (Marquez). Ecco, sono accomunati ancora da una cosa: dal dover assolutamente dimenticare questa serata. 

Nemanja Vidic (Inter -  Napoli 2-2)
Ancora una volta, la difesa dell'Inter é alla berlina. A differenza però delle altre occasioni, in cui ad essere sotto accusa erano le prestazioni di tutto il pacchetto arretrata, la deludente prova contro il Napoli ha un volto ed un nome: Nemanja Vidic. L'acquisto di grido della prima campagna acquisti con targa indonesiana sta dimostrando tutti i limiti imposti dall'età, uniti ad una certa dose di imprecisione e incuria. In occasione del primo gol partenopeo, serve candidamente a Callejon il pallone di testa, e lo spagnolo, grato del regalino insacca. Sul secondo invece prima tiene in gioco poi lascia andare ancora Callejon, che, ancor più grato, segna la doppietta personale. La velocità non è più quella di un tempo, e si sapeva, ma il serbo è arrivato – nella speranza che non sia stato comprato solamente per acquietare i tifosi – per dare una sistemazione, soprattutto mentale, al reparto difensivo. Per il primo periodo questa sistemazione è sembrata funzionare, ma nelle ultime giornate la difesa interista subisce un gol dopo l’altro. 

Il Pandoro di Corini  (Roma - Chievo 3-0)
Eugenio "Genio" Corini é sempre stato definito un allenatore in campo. E l'intelligenza tattica che lo ha sempre contraddistinto sul rettangolo verde lo ha portato a dirigere dalla panchina. Ma la sua carriera da allenatore presenta un dato curioso. Non ha mai allenato per una stagione intera. Nelle prime esperienze é sempre subentrato a stagione in corso ed é sempre stato esonerato nello stesso anno calcistico. Alla guida del Chievo per la prima volta (sempre da subentrato) é arrivato a fine stagione, salvo poi dimettersi. L'anno successivo é stato richiamato a stagione in corso ed ha portato di nuovo a termine il compito, ma con la volontà di rimanere e di guidare la squadra fin dalla prima giornata, e magari fino all'ultima. Il sogno é durato sette giornate, in cui si segnala una vittoria (Napoli), un pareggio e cinque sconfitte. E così Campedelli ha deciso per l’esonero. Chissà quando (non se) tornerà ad allenare, ovviamente come subentrato. 
Fonte: calciobetter.com


Marco Pasquariello

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