#IamEuropean and #Iamvoting. Questi due tra gli hashtag più popolari negli ultimi giorni su tutti i social
network, semplici espressioni lanciate dalle pagine web del
Parlamento Europeo e diventate subito virali che sottolineano due
concetti così importanti eppure così poco discussi dai nostri
leader politici in queste settimane di accanita campagna elettorale.
Bisogna allora ricordare, a pochi
giorni dalle elezioni, di cosa parliamo quando parliamo di elezioni
europee.
La grande falla della rappresentanza
europea è caratterizzata dal fatto che è la politica nazionale a
chiamare a raccolta gli elettori, opacizzando le grandi questioni
delle quali si fanno portavoce i partiti europei. Sanno gli elettori
di Forza Italia che con il loro voto eleggeranno Junker, l’uomo
appoggiato dalla Merkel per continuare ad avere un Euro forte, alla
tedesca, sfavorendo in parte le esportazioni, anche italiane? E
quanto pesa la destra italiana nel PPE di Junker che si è definito,
solo un mese fa, nauseato dalle affermazioni di Berlusconi sul
negazonismo dell’olocausto da parte dei tedeschi?
Sanno gli elettori del M5S dove
siederanno nel Parlamento Europeo i loro cittadini eletti? Con chi
dialogheranno? Riusciranno a creare un gruppo europeo così ingente
con tutti i partiti populisti dei vari paesi europei da riuscire ad
imporre l’agenda europea? Marine Le Pen non è di questo parere.
Le istituzioni europee sono diverse e
ben più articolate di quelle nazionali, non serve, in termini
pratici, “battere i pugni sul tavolo”, sono stati i padri
fondatori a non permettere un sistema di questo genere. In Europa non
c’è una vera opposizione, il potere decisionale è nelle mani di
chi decide l’Agenda Setting, ovvero dei commissari, e di quei paesi
che sono rappresentati da gruppi compatti e numerosi a Bruxelles.
Per questa ragione l’unico partito
italiano al quale va riconosciuto il merito di aver fatto passi
avanti in tema di rappresentanza europea è il PD. Il suo
corrispettivo naturale a livello europeo è il PSE di Martin Schulz,
un partito che si basa sul principio di uguaglianza sociale e
solidarietà, un partito che ha messo come punto fondamentale del suo
programma la lotta alla disoccupazione e che solo da quest’anno
viene appoggiato dal Partito Democratico italiano. Per la prima volta
dunque, il più grande partito italiano verrà rappresentato in sede
europea da un grande partito storico, come il PSE, rappresentante di
tutti i movimenti socialdemocratici europei.
Questo è il significato
delle elezioni europee. Una delega ad un partito che ha radici ben
salde nei valori condivisi dei paesi membri europei, una voce unica
che si fa portatrice di interessi comuni di più paesi, e che
presenti un’agenda politica che metta in primo piano obiettivi
europei e non nazionali. L’importanza legata al voto di domenica 25
maggio risiede proprio in questo straordinario diritto di
cittadinanza europea che va esercitato nel voto, un voto costruttivo
per portare un vero cambiamento in Europa, ma un cambiamento che
dovrà essere condiviso da tutti e ventotto i paesi membri, un
cambiamento in nome di quella cultura europea che ha radici nello
stato ma che trova sfogo in quello spazio ben più ampio qual è
l’Unione Europea, le scelte politiche che verranno prese dalla
nuova Commissione e dal nuovo Parlamento europeo dovranno trovare un
ampio grado di coesione per potersi trasformare in azioni concrete.
Non importa, dunque, per chi si voterà
domenica, se per una grande famiglia partitica europea o per i nuovi
movimenti nati dalle urgenze degli ultimi anni; la cosa importante è
votare pensando che nelle grandi aule che ospiteranno i delegati
nazionali e i commissari europei prevarrà chi è compatto e chi sarà
capace di far approvare proposte concrete che siano condivise da 28
paesi. Andate a votare, anche se siete delusi dalla politica italiana
e nauseati dalla campagna elettorale dai toni sempre più bassi,
andate a votare pensando ai vostri valori di cittadini europei che
ancora risplendono da qualche parte tra le varie promesse elettorali
dei partiti italiani.
Gaia Taffoni
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