Con le elezioni europee ormai alle porte e una campagna elettorale dai toni sempre più accesi, chiudiamo il nostro ciclo di interviste a giovanissimi candidati della circoscrizione Nord-Est con Alessandro Marmiroli, candidato per il MoVimento 5 Stelle. Avevamo iniziato con Brando Benifei, spezzino classe 1986, candidato tra le fila del Partito Democratico, per poi continuare con Simone Venturini, NCD-UDC, veneziano di 26 anni.
Alessandro Marmiroli, 27 anni, nasce a Reggio Emilia e si laurea in Economia e Politiche Pubbliche presso l'ateneo di Modena-Reggio Emilia. Dopo un'esperienza internazionale nel campo della cooperazione, inizia a scrivere come free-lance in un quotidiano locale, per poi diventare ricercatore presso un centro di studi economici. Già candidato alle amministrative 2009 diviene consigliere presso la Circoscrizione Sud. Risultato il più votato nel Nord-Est alle parlamentarie per le europee si prepara all'esperienza comunitaria presentandosi nè contro, nè a favore dell'euro e con la volontà di sfruttare le possibilità offerte dall'Europa.
Cosa
succede il 26 maggio se il M5S vince le europee? Vi presenterete da Napolitano
chiedendo di sciogliere le camere o affidarvi un mandato esplorativo?
A
quel punto diverrebbe evidente il fallimento del progetto portato avanti in
questi anni di una alleanza di fatto tra centrodestra e centrosinistra mirante
a mantenere lo status quo, progetto dove Napolitano ha un ruolo centrale. Le
dimissioni del Presidente della Repubblica e nuove elezioni sarebbero l'unica
strada.
Arrivati
al Parlamento Europeo su che basi sceglierete i vostri alleati per la
formazione di un gruppo parlamentare? Non hai paura di doverti per forza di
cose avvicinare ai gruppi di estrema destra? C’è qualche possibilità che
confluiate nel GUE/NGL (Sinistra Unitaria Europea-Sinistra Verde Nordica)?
Lo
formeremo in base ad un confronto sui programmi e sulle proposte, non vedo
quale altra via dovremmo percorrere. Con queste elezioni è probabile che il
nuovo Parlamento sarà più eterogeneo di oggi e che ne facciano parte gruppi su
posizioni simili alle nostre. Sono convinto che coi Verdi Europei potremo
trovare molte posizioni in comune, ma parlare di confluire in questo o quel
gruppo per ora è pura teoria. Non ho tuttavia nessuna paura di eventuali
approcci con gruppi di estrema destra, perchè tale possibilità non esiste.
Leggo
nel tuo programma che ti sta molto a cuore un’alleanza tra i paesi del
Mediterraneo. Ti riferisci ad immigrazione e politica estera, o pensi anche al
così detto euro a due velocità (più debole/svalutato per i paesi economicamente
in difficoltà)?
I
paesi dell'Europa meridionale, Italia, Spagna, Portogallo, Francia e Grecia,
sono la parte dell'Unione più colpita dalla crisi e sulla quale stanno
ricadendo gli effetti negativi delle politiche del rigore. Proponiamo di fare
fronte comune per cambiare le cose. L'euro a due velocità è un'ipotesi, a patto
che non si riproducano gli stessi meccanismi e assetti istituzionali dell'euro
attuale, le “nuove Germanie” diverrebbero l'Italia e la Francia e saremmo da
capo.
In
un tuo comizio dici che il tuo obiettivo numero uno in Europa è l’eliminazione
del fiscal compact. Si tratta però di un trattato internazionale su cui
tecnicamente il Parlamento Europeo non ha giurisdizione. Come pensate di
muovervi su questo fronte?
Un
trattato internazionale che tuttavia nasce all'interno delle Istituzioni
europee e che punta a obiettivi contenuti già in precedenti trattati UE. Il
Parlamento Europeo ritengo sia la sede più indicata dove porre questo tema.
Nei
7 punti per l’Europa si nota una contraddizione tra la volontà di adottare gli
Eurobond e il referendum per la permanenza nell’Euro. Il primo richiederebbe
ancora più integrazione, il secondo avrebbe come possibilità l’uscita
dell’Italia dall’euro. Come si coniugano queste due posizioni?
Sarebbe
una contraddizione solo se li proponessimo allo stesso tempo, ma non è cosi.
Noi chiediamo varie riforme, come gli eurobond, indirizzate a creare una vera
comunità solidale tra le nazioni europee dove ci si aiuti a vicenda. Benvenga
ancor più integrazione, se fatta su queste basi. Il referendum sull'Euro è
l'ultima carta, se ci scontreremo contro un muro di gomma e le nostre proposte
di riforma dell'Europa verranno rigettate, allora la giocheremo. Perchè noi non
siamo contro l'Europa unita, ma siamo contro un'Europa che per uscire dal
tunnel sacrifica per strada i Paesi più deboli. La crisi non è nata in Italia o
in Grecia o in Spagna, e non possono essere i popoli di questi paesi a pagare
per tutti.
A
proposito di referendum sull’euro. Che succede se il referendum portasse ad una
richiesta di uscita dell’Italia dalla moneta unica. I trattati non prevedono
particolari procedure e soprattutto quale pensi sia la situazione dell’economia
italiana (mi riferisco al debito converito nella nuova valuta, alla risposta
dei mercati, al ritorno alla svalutazione) all’indomani del referendum?
Io
penso che un referendum avrebbe valore non tanto per il risultato, sul quale
non faccio pronostici, ma perchè finalmente avremmo in Italia (e forse in tutta
l'Unione) un serio dibattito pubblico sui pro e sui contro della moneta unica,
e sulle possibili alternative. Dibattito che al momento dell'adesione è invece
mancato. Fare previsioni sulle conseguenze di un'uscita dall'Euro in mancanza
di tale confronto è azzardato, comunque non aderisco né alle posizioni
dogmatiche di chi ritiene che la permanenza nell'Euro sia l'unica strada, né a
chi con troppa facilità afferma che tutti i problemi si risolverebbero tornando
alla Lira. l'Euro è il frutto di politiche economiche, su queste dobbiamo
intervenire. In entrambi i casi, a problemi complessi non dobbiamo dare
risposte banali.
Una
domanda che ci sta a cuore in quanto studenti Erasmus. La nostra generazione
sta proprio attraverso progetti come questo forgiando una nuova cultura
genuinamente europea. Non pensi che si dovrebbe lavorare per migliorare
l’Europa, rafforzare questa cultura, e spiegarla a chi l’Europa la vede solo
come qualcosa di tangibile solo quando si parla di austerity?
Non
potrei dirlo con parole migliori.
Per
concludere, immaginati nel 2024. Come vedi l’Europa di qui a 10 anni?
Tra
10 anni possiamo arrivarci tutti assieme cambiando le cose, diversamente ci
arriveranno solo i più forti. Nel primo caso sarà una bella Europa.
Angela Caporale (@puntovirgola_) e Roberto Tubaldi (@RobertoTubaldi)
Photo credits: http://www.alessandromarmiroli.com/ , Facebook
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