Lunedì
19 maggio, in piazza Maggiore a Bologna, si è tenuto il comizio
finale in vista del voto delle elezioni europee del 25 maggio da
parte di Alexis Tsipras, il leader della coalizione dei partiti della
sinistra greca “Syriza”, e candidato alla presidenza della
commissione europea alla testa della lista che lo sostiene “L’altra
Europa con Tsipras”. L’obbiettivo per gli organizzatori era alto:
per l’ultima tornata della campagna elettorale si puntava a
riempire la storica piazza bolognese con minimo 5000 persone, anche
se la capienza può arrivare anche fino a 10.000-12.000 presenze.
L’obbiettivo di portare il popolo della sinistra in massa al
“Crescentone” sembra essere stato raggiunto, con una folla piena
di entusiasmo e di speranza, come da un po’ non si vedeva nel mondo
della sinistra italiana.
Il giovane greco, che alle elezioni politiche
del 2012 ha portato Syriza a divenire il secondo partito greco nel
parlamento, punterà a convincere il popolo degli indecisi e dei
delusi del Partito Democratico sull’utilità di dare al voto ad una
piattaforma politica che si propone di rompere definitivamente il
sistema dell’austerity che sta mettendo il cappio al collo a
parecchi paesi dell’eurozona, di mettere un freno al potere della
finanza e di mettere al centro dell’agenda europea concetti come
beni comuni per una crescita sostenibile che riduca il peso
dell’inquinamento ambientale, redistribuzione uguale del reddito
come guerra alle disuguaglianze, politiche del lavoro che contrastino
la piaga della disoccupazione giovanile europea. Una politica dei
diritti che contrasti quella della demagogia, una politica
dell’accoglienza dei migranti che contrasti con il sempre più
pericoloso vento della xenofobia e del revival nazionalista che
stanno calvacando i partiti populisti e di estrema destra. Basta
anti-politica, ma ritorno alla politica costituita dalla
partecipazione attiva dei cittadini europei per rilanciare il
progetto che di quella Unione Europea che si sognava con il manifesto
di Ventotene.
A questo programma si affida la sinistra italiana per
tentare di risollevarsi dal baratro nella quale è caduta dopo la
fine del governo Prodi nel 2008: durante quell’anno ci fu il
disastro della “Sinistra arcobaleno” di Bertinotti alle elezioni
politiche, con la conseguente esclusione dell’area radicale che
dura fino ai giorni nostri. Nel mezzo di questo psicodramma
collettivo, scissioni, nuovi partiti, malumori, allontanamenti,
progressivo allontanamento di una fetta di elettorato che, non
sentendosi attratta dal riformismo del Partito democratico, in
assenza di risposte a sinistra virò il suo voto verso Italia dei
Valori e, infine, Movimento 5 Stelle. L’arrivo di questo giovane
greco sembra abbia ridato una risposta ad un popolo e ai suoi
esponenti, i quali negli ultimi anni avevano perso la bussola: il
miracolo compiuto da Tsipras nel coalizzare in un unico movimento
l’intera galassia dei partitini che formano la sinistra radicale in
Grecia e portare Syriza ad essere il secondo partito ellenico nelle
elezioni politiche del giugno 2012, ha spinto numerosi intellettuali
italiani, tra i quali spiccano Andrea Camilleri, Barbara Spinelli e
Luciano Gallino, a firmare un appello nella quale si abbracciano le
idee di Tsipras e Syriza nel respingere il fiscal compact che punisce
i paesi del sud Europa, additati come capro espiatorio della crisi, e
nel creare un nuovo tipo di Europa dove al centro ci siano il
superamento delle disuguaglianze, lo stato di diritto, e la comune
difesa del patrimonio culturale e artistico dell’Italia, il settore
che dovrebbe essere il nostro fiore all’occhiello ma che in questi
ultimi anni è stato spesso calpestato e accusato di “non dare da
mangiare e non produrre profitti”. Una cosa interessante è
un’altra delle motivazioni che vengono date per sostenere
l’abbraccio a Tsipras: il sentirsi vicini e solidali con la Grecia,
la quale per prima ha sperimentato la fallimentare politica
fallimentare dell’austerity imposta dalla Troika e dal Fondo
Monetario Internazionale, con il conseguente disastro che tutti noi
conosciamo.
La
sfida che Alexis Tsipras è alta: molti opinionisti hanno considerato
le proposte della sua lista alla soglia dei contenuti del Movimento 5
Stelle di Beppe Grillo, cioè tutti aria fritta e in odor di
populismo e demagogia. Piuttosto sembra che Tsipras abbia una visione
molto più razionale dell’Europa, magari in alcuni temi (come i
beni comuni e la lotta alle lobby finanziarie) sorgerebbe la critica
della solita sinistra “idealista ed utopista”. Tsipras sembra
avere però la capacità di compattare un popolo che per troppo tempo
ha la frammentazione di un’area politica che per tempo è stata
protagonista attiva della politica italiana. Unico interrogativo,
cioè il più importante: riuscirà la lista a superare lo
sbarramento del 4%? In questi tempi di richiami al voto utile e
ondata di movimenti populisti che incanalano la rabbia e la
disperazione della popolazione con facili quanto illusorie promesse,
la sfida si presenta con notevoli difficoltà. La piazza di Bologna
lunedì sera sembra aver urlato tutto il suo senso nei confronti
dell’ambizioso e battagliero Tsipras. Ma si sa che non servono solo
le piazze a determinare l’esito di un’elezione. Anche se, come
nella miglior tradizione della sinistra, la speranza è l’ultima a
morire…
Mattia Temporin
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