Una vera vittoria per Berlusconi?


Tanti hanno sottolineato come l’unico e vero grande vincitore di questa tragicomica e alquanto squallida battaglia politica per l’elezione del Presidente della Repubblica, fatta di sotterfugi e giochi di potere ingiustificabili da parte di un elettorato stanco dell’inadeguatezza della nostra classe politica, è stato, manco a dirlo, il Cavaliere. Effettivamente è riuscito, a causa delle profonde fatture interne emerse nel partito democratico, a giocare un ruolo decisivo in una partita dalla quale era virtualmente escluso. In ultima istanza è stato proprio Berlusconi a proporre l’idea di ritirare in ballo Napolitano, che si era dichiarato indisponibile ad un secondo mandato.


Tuttavia, a mia avviso, Silvio è lo sconfitto morale di questa faccenda.
È desolante che il maggior partito di centro-destra in Italia, che ha ottenuto all’incirca sette milioni di voti alle ultime elezioni, non sia stato in grado di presentare un proprio candidato per una figura istituzionale che dovrebbe essere garante dei valori della nostra Repubblica. È possibile che nessuna personalità proveniente dal Pdl potesse incontrare i favori delle altre forze politiche in quanto idonea a rappresentare il popolo italiano? Questa impotenza di Berlusconi, quindi costretto a ricorrere alla più bassa strategia politica per ottenere un Capo dello Stato quanto meno non avverso, tende ad avvalorare l’accusa mossa da Lucia Annunziata durante una puntata di “In mezz’ora” ovvero quella dell’impresentabilità dei parlamentari del Pdl. Non presentare un candidato, a prescindere dai consensi che avrebbe riscosso, è una segno di resa che avvalla l’idea, ormai diffusa nel paese, di uno schieramento di centro-destra composto dai peggiori esemplari di quella “casta” politica, ormai tanto invisa all’opinione pubblica, e da individui con conclamati problemi con la giustizia.
Oltre alla sconfitta politica si somma però anche la sconfitta culturale. La vicenda dell’elezione del Presidente della Repubblica ha rappresentato una nitida testimonianza di come, ormai, il berlusconismo abbia perso qualunque appeal nei confronti di qualsiasi corrente di pensiero liberale e conservatore in Italia. Questa cultura politica, in particolare nella sua manifestazione di matrice cattolica, ha fornito un grande contributo alla nostra storia repubblicana oltre che innumerevoli personalità di grande valore. Personalità che si sono allontanate mano a mano dal Cavaliere, lasciando il Pdl in una totale deriva culturale, mascherata solamente dalla fedeltà cieca e incrollabile dei suoi membri e rappresentanti nel loro leader.
Quindi questa non è stata altro che una vittoria in un’ottica di strategia politica di breve termine, fatta di scambi sotto banco e di logiche di palazzo. Nel merito è stata una "Caporetto politica e culturale" per il centro-destra.
Ma non credo che ciò interessi a Berlusconi, intento pragmaticamente a limitare i danni del magro risultato elettorale e ad ottenere qualche piccola posizione di vantaggio e qualche poltrona chiave nel governo che (forse) si farà.

Valerio Vignoli

Ps: e infatti: http://www.huffingtonpost.it/2013/04/29/sparatoria-palazzo-chigi-commento-berlusconi_n_3176496.html?1367222069 via Huffingtonpost.it (29 aprile 2013)

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