Magari poi non sarà nulla. Magari poi sarà l’ennesimo scandalo che viene dimenticato e sparisce, insabbiato nel sistema. Magari sarà l’ondata mediatica che sembra travolgere tutto, e invece poi quando la marea si ritira si vede che, ad essere risucchiati nella risacca, sono stati solo i piccoli granchietti, mentre gli scogli sono ancora lì, forse un po’ bagnati, forse no. Ma intanto l’onda c’è stata. E l’onda, o meglio lo tsunami, è rappresentato dalle registrazioni telefoniche di Pino Iodice, d.g. dell’Ischia Isolaverde, al telefono con Claudio Lotito, membro del comitato di presidenza della FIGC e patron di Lazio e Salernitana.
Iodice, la cui squadra milita nello stesso girone di Lega Pro della Salernitana, ha deciso precauzionalmente di registrare le telefonate con Lotito, e una volta compreso il peso delle parole pronunciate, ha consegnato la registrazione a Repubblica. Per ora una, ma – per stessa ammissione del dirigente dell’Ischia – ce ne sarebbero molte di più e molto più compromettenti. Ma quali sono queste parole? “Ti faccio un discorso - dice Lotito a Iodice - : secondo te in Lega di A decide Maurizio Beretta (presidente della Lega di Serie A)? Sai cosa decide? Zero. E allora: il presidente fra un anno e mezzo va a casa da solo, l'accompagno io, e rappresenta zero.” Non proprio parole istituzionali. E può andare pure peggio. "Ho detto ad Abodi (presidente della Lega di Serie B): Andrea, dobbiamo cambiare. Se me porti su il Carpi... Una può salì... Se mi porti squadre che non valgono un cazzo. Noi fra due o tre anni non c'abbiamo più una lira. Perché io quando vado a vendere i diritti televisivi - che abbiamo portato a 1,2 miliardi grazie alla mia bravura, sono riuscito a mettere d'accordo Sky e Mediaset, in dieci anni mai nessuno -fra tre anni se c'abbiamo Latina, Frosinone, chi c... li compra i diritti? Non sanno manco che esiste, Frosinone. Il Carpi... E questi non se lo pongono il problema!".
L’intero mondo calcistico è esploso. Da un lato la dirigenza del sistema, che ha subito preso le distanze dalle dichiarazioni di Lotito, Tavecchio (presidente FIGC) compreso, nonostante Lotito sia il suo principale sponsor. Dall’altra le società, con l’intera B che si è schierata con Carpi e Frosinone, e la stessa squadra modenese, che per ora domina il campionato, ha pubblicato una nota ufficiale invocando l’intervento della Procura Federale (che intanto ha aperto un fascicolo sulla vicenda). Il sindaco di Frosinone, Ottavini, ha invece reagito dicendo che “le dichiarazioni di Lotito dovrebbero porre con urgenza la questione della opportunità o meno di continuare a concedere la scorta ad un uomo che sputa veleno sulla parte più nobile del calcio italiano, oltre che sulle realtà e le istituzioni locali”. Anche Malagò, presidente del CONI, ha condannato le parole di Lotito, e pure Graziano Delrio si è espresso sulla vicenda.
Ma sono due gli elementi che rendono questa crisi ancora più grave. Da un lato, le dichiarazioni successive di Iodice. Il dirigente sportivo dell’Ischia ha infatti svelato in un’intervista a Radio Ies che di intercettazioni ce ne sarebbero molte di più, e ben più gravi. “Ho altri documenti che attestano come Claudio Lotito mi abbia minacciato, in caso di mancato appoggio all'attuale governance, di togliere i finanziamenti che ci spettano” ha detto Iodice. E questo aprirebbe una voragine nel calcio italiano, perché significherebbe corruzione nell’elezione proprio di Carlo Tavecchio. L’ulteriore stranezza è la reazione di Beretta, definito “zero” dal consigliere federale. “Il dato riferito al presidente di Lega era un modo un po' spiccio per definire la realtà dei fatti, ovvero che tutte le deleghe sono nell'assemblea come previsto dallo statuto” ha spiegato Beretta. “Il presidente è un garante dell'applicazione delle regole, è un'interfaccia verso l'esterno, ma a decidere è l'assemblea. Bisogna guardare alla sostanza delle cose più che alle parole. Poi ci sono modi di esprimersi delle persone che possono essere più o meno divertenti, non scordiamoci che questa era una telefonata presumibilmente privata. Sulle modalità si può discutere, ma non mi pare il caso di drammatizzare". Parole quantomeno strane e sospette, dato che Beretta sarebbe il primo ad “avere diritto” ad attaccare e condannare Lotito, e mentre tutti lo fanno, lui sdrammatizza. Il proprietario della Lazio ha provato a spiegare i toni e gli argomenti della telefonata in una conferenza stampa, che si è tramutato in un monologo di oltre quaranta minuti, ma non ha convinto quasi nessuno.
C’è un altro importante silenzio, che spaventa per le conseguenze. La Lega Serie A, l’insieme di tutti i presidenti, non ha discusso dell’argomento, con le uniche eccezioni (comprensibili, in quanto avversari a Lotito nell’elezione di Tavecchio) Juventus e Roma. E questo silenzio introduce alle conseguenze che potrà avere il LotitoGate. La prima, possibile, quella che in ogni altro stato sarebbe la più naturale, è il passo indietro di Lotito, ovvero le dimissioni da qualsiasi carica ufficiale in Lega, per poi attendere una eventuale sentenza della Procura Federale. Questa soluzione è stata invocata da più parti, stampa e politica compresa. La seconda, proposta dallo stesso Iodice, prevede le dimissioni di tutta l’intellighenzia del calcio italiano, Tavecchio e Beretta compresi. Opzione inarrivabile. La terza, quella possibile perché si parla di calcio e d’Italia, è il nulla: la totale assenza di conseguenze, l’insabbiamento, il nascondere i problemi sotto al tappeto. E il colpevole silenzio dei presidenti e della Lega fa temere proprio questa via. Qualsiasi cosa succederà, comunque, la telefonata di Claudio Magno (come lo ha definito il direttore della Gazzetta Andrea Monti) rappresenta una crepa nel sistema calcio. Da vedere sarà ora se questa crepa si ingrandirà e magari distruggerà completamente la crosta scura che ricopre il pallone in Italia, per mostrare il futuro luminoso che tutti invocano, o fingono di invocare, oppure se anche stavolta la crepa verrà riparata con lo scotch, per tenere insieme l’ordine precostituito che tutti criticano e nessuno cambia.
Marco Pasquariello
Iodice, la cui squadra milita nello stesso girone di Lega Pro della Salernitana, ha deciso precauzionalmente di registrare le telefonate con Lotito, e una volta compreso il peso delle parole pronunciate, ha consegnato la registrazione a Repubblica. Per ora una, ma – per stessa ammissione del dirigente dell’Ischia – ce ne sarebbero molte di più e molto più compromettenti. Ma quali sono queste parole? “Ti faccio un discorso - dice Lotito a Iodice - : secondo te in Lega di A decide Maurizio Beretta (presidente della Lega di Serie A)? Sai cosa decide? Zero. E allora: il presidente fra un anno e mezzo va a casa da solo, l'accompagno io, e rappresenta zero.” Non proprio parole istituzionali. E può andare pure peggio. "Ho detto ad Abodi (presidente della Lega di Serie B): Andrea, dobbiamo cambiare. Se me porti su il Carpi... Una può salì... Se mi porti squadre che non valgono un cazzo. Noi fra due o tre anni non c'abbiamo più una lira. Perché io quando vado a vendere i diritti televisivi - che abbiamo portato a 1,2 miliardi grazie alla mia bravura, sono riuscito a mettere d'accordo Sky e Mediaset, in dieci anni mai nessuno -fra tre anni se c'abbiamo Latina, Frosinone, chi c... li compra i diritti? Non sanno manco che esiste, Frosinone. Il Carpi... E questi non se lo pongono il problema!".
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Ma sono due gli elementi che rendono questa crisi ancora più grave. Da un lato, le dichiarazioni successive di Iodice. Il dirigente sportivo dell’Ischia ha infatti svelato in un’intervista a Radio Ies che di intercettazioni ce ne sarebbero molte di più, e ben più gravi. “Ho altri documenti che attestano come Claudio Lotito mi abbia minacciato, in caso di mancato appoggio all'attuale governance, di togliere i finanziamenti che ci spettano” ha detto Iodice. E questo aprirebbe una voragine nel calcio italiano, perché significherebbe corruzione nell’elezione proprio di Carlo Tavecchio. L’ulteriore stranezza è la reazione di Beretta, definito “zero” dal consigliere federale. “Il dato riferito al presidente di Lega era un modo un po' spiccio per definire la realtà dei fatti, ovvero che tutte le deleghe sono nell'assemblea come previsto dallo statuto” ha spiegato Beretta. “Il presidente è un garante dell'applicazione delle regole, è un'interfaccia verso l'esterno, ma a decidere è l'assemblea. Bisogna guardare alla sostanza delle cose più che alle parole. Poi ci sono modi di esprimersi delle persone che possono essere più o meno divertenti, non scordiamoci che questa era una telefonata presumibilmente privata. Sulle modalità si può discutere, ma non mi pare il caso di drammatizzare". Parole quantomeno strane e sospette, dato che Beretta sarebbe il primo ad “avere diritto” ad attaccare e condannare Lotito, e mentre tutti lo fanno, lui sdrammatizza. Il proprietario della Lazio ha provato a spiegare i toni e gli argomenti della telefonata in una conferenza stampa, che si è tramutato in un monologo di oltre quaranta minuti, ma non ha convinto quasi nessuno.
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Marco Pasquariello
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