Per entrare nel giusto mood, guardatevi questi gol: Pinilla, Dybala e Defrel. Se poi ne volete ancora, andatevi a veder quello di Klose, il terzo di Quagliarella, quello di Bruno Peres e di Obiang.
TOP
Andrea Stramaccioni (Udinese - Juventus 0-0)
Chi ha visto la partita, sa perché Strama si trova tra i Top di The Bottom Up. L’allenatore ex Inter, esonerato dai nerazzurri proprio dopo una sconfitta per 5-2 contro l’Udinese, ha composto la miglior sinfonia tattica da quando è in Friuli. E’ riuscito nel duplice obiettivo di imbrigliare la prima della classe in un gioco fisico a centrocampo e di impensierirla dal punto di vista offensivo. Se non ci sono stati gol è solo colpa del caso. La chiave del gioco di Stramaccioni è Allan, che in quest’occasione si è superato, tanto da spingere gli spettatori a chiedersi se si fosse portato qualche clone o se fosse realmente capace di farsi trovare in qualsiasi zona del campo in qualsiasi momento. L’uomo-ovunque brasiliano ha fermato praticamente da solo Pogba e Pereyra, aiutato (poco) da Guilherme, e lasciando a Di Natale, Thereau e Bruno Fernandes compiti prettamente offensivi, lasciandoli attaccare uomo contro uomo con i tre difensori della Juventus. E la strategia stramaccioniana mette abbastanza in crisi Allegri, che non riesce a sfondare la barriera friulana. L’unica pecca, che non è imputabile all’allenatore, è al momento attuale una panchina molto molto corta, che costringe Stramaccioni, coadiuvato da Stankovic (che colleziona rossi ed arrabbiature), ad effettuare solamente un cambio. Con qualche sostituzione in più, magari, l’Udinese avrebbe attaccato per tutta la partita e, chissà, ora staremmo parlando di un altro risultato. P.s. Ecco lo Stramaccioni post partita.
Zaza – Berardi – Sansone (Sassuolo – Inter 3-1)
Il trio delle meraviglie. Difficilmente Eusebio di Francesco e patron Squinzi avrebbero potuto assemblare un reparto offensivo migliore e di miglior sintonia. Sono tre giocatori dalle qualità tecniche molto simili, ad un livello comunque molto elevato, e che possono ruotare in tutti e tre i ruoli d’attacco indifferentemente. Ecco perché, insieme a capacità di saltare l’uomo e di segnare da qualsiasi posizione, sono temibili per qualsiasi difesa. Figurarsi per una difesa raffazzonata e provata da assenze come quella dell’Inter. Ed infatti il risultato è parecchio pesante, e siglato interamente dal trio di attaccanti. Prima Zaza e Sansone, con due gol splendidi. Poi, dopo il gol di Icardi, è arrivato il rigore di Berardi, che batte magistralmente un pararigori come Handanovic. Insieme sono arrivati a quota 17 reti. Unico problema? Zaza e Berardi erano diffidati e sono stati ammoniti, e Sansone nel finale è stato espulso. Quindi, contro la Sampdoria nel prossimo weekend, nessuno dei tre sarà a disposizione.
Il Cesena (Cesena – Lazio 2-1)
Sembrava sinceramente un’impresa disperata solamente tre giornate fa. E poi sono arrivate due vittorie in altrettante partite, una contro una (ormai ex) avversaria diretta per la salvezza. La seconda è arrivata contro una squadra in ben altra posizione in classifica e di ben altri obiettivi. Accade tutto nel secondo tempo, e la squadra della Capitale non è certo fortunata. Il primo gol è una perla di Defrel, conteso da mezza Europa, Fiorentina compresa. Poi un’autorete del giovanissimo Cataldi mette in crisi la squadra di Pioli, che rimonta di una rete con l’eterno Klose con un’altra bella rete. La Lazio non ha demeritato in realtà, però la squadra di casa ha giocato altrettanto bene. Se dovesse continuare così, la squadra di Mimmo di Carlo (a soli 4 punti dalla salvezza) avrebbe ottime chance per rimanere in Serie A.
Fabio Quagliarella (Torino – Sampdoria 5-1)
Fonte: corrieredellosport.it |
Una consuetudine seguita da tanti giocatori è il non esultare quando si segna alla ex squadra. In questa giornata hanno seguito questa (non proprio) regola non scritta Zaccardo, Nocerino e Pinilla (nonostante il supergol). E anche Quagliarella, o almeno ci ha provato. Perché se Quaglia non dovesse esultare per ogni gol ad una ex, esulterebbe ben poco. In più perché ieri era il suo compleanno, e in tribuna c’erano amici e parenti giunti da ogni dove per vederlo giocare. E poi perché una tripletta è difficile da non festeggiare. L’ex Juve, Napoli, Udinese, Ascoli e Sampdoria, tra le altre, si è concesso un sorriso ed un gesto ad indicare la tribuna, cioè a dedicare alla famiglia i risultati sportivi. E’ per lui la seconda tripletta in carriera (dopo l’1-6 contro il Pescara nel 2012) e non esultare del tutto era veramente difficile. Perdonato.
FLOP
Sampdoria (Torino – Sampdoria 5-1)
Prendere cinque reti da una squadra inferiore, almeno in classifica, non è mai una buona cosa. Ma farlo nel giorno in cui tutti gli occhi sono puntati sulla squadra, è ancora peggio. Tutti gli spettatori si aspettavano di vedere la sfilata di Eto’o di nuovo in Italia. E invece hanno assistito alla debacle blucerchiata. Mentre il presidente Ferrero si divertiva giocando con le telecamere (allego prova fotografica), i suoi in campo le prendevano di santa ragione da Quagliarella e compagni. A fine gara, Mihajlovic è apparso stranamente sereno, cosa che significa una probabile sfuriata epocale nello spogliatoio. In più ha annunciato la sospensione del lunedì festivo e doppi allenamenti per tutta la settimana. Tutto piuttosto normale, senonchè la star della scuderia, Eto’o, non ha seguito gli ordini e prima del secondo allenamento ha abbandonato il campo sportivo, apparentemente senza spiegazioni. Non è tutto rose e fiori nel magico mondo di Ferrero.
Gli autogol
Ce ne sono stati ben quattro in questa giornata. Tatarusanu, Cesar, Britos e Cataldi. Nel calcio è probabilmente l’evento più demoralizzante che possa accadere, pari solo ad un rigore calciato sul palo. Anche perché in ballo c’è il risultato dell’intera squadra, che può vedere vanificato il risultato collettivo per un tuo errore, una tua distrazione. Anche solo la tua presenza in un determinato punto del campo invece di cinquanta centimetri più in là può causare un autogol. Ed è proprio il caso dei quattro di questa giornata. L’unico che si è sentito meno in colpa è Britos, la cui sfortuna al fischio finale non ha inciso nel risultato, dato che il Napoli alla fine ha vinto ugualmente. Ma negli altri casi hanno sempre deciso la partita. Se il pallone non avesse colpito Tatarusanu in testa e fosse sfilato sul fondo, invece di rimbalzare in rete? O se Cataldi non fosse caduto, spingendo il pallone oltre la linea di porta? Con i se e con i ma non si fa la storia, quindi l’unica cosa che possono fare (soprattutto Cataldi, alla seconda da titolare in Serie A) è superare la delusione e andare avanti.
Inter (Sassuolo – Inter 3-1)
Il problema non è perdere contro il Sassuolo, che in questa stagione può tranquillamente capitare. Ma la sconfitta è solo la punta dell’iceberg dei problemi dell’Inter. La gestione di Mancini, nonostante il blasone del tecnico e il fatto che sia stato accontentato ampiamente sul mercato, non sta portando i frutti sperati. Anzi, il rendimento (due vittorie in dieci gare) è peggiore di quello con Mazzarri, ed è superiore solamente a quello del Parma. Thohir ha dichiarato che non sarebbe una tragedia non raggiungere l’Europa e che il tecnico di Jesi è stato preso per portare il bel gioco, principale colpa dell’ex allenatore. Eppure nemmeno così è apparso il bel gioco, ed anzi è aumentato il nervosismo: ecco spiegata la reazione di Icardi e Guarin e dei tifosi. La soluzione non va cercata nel mercato, anche perché se l’Inter dovesse raggiungere l’Europa dovrebbe sottostare ai parametri economici UEFA, e date le spese del momento dovrebbe ridisegnare la squadra. La soluzione non è cambiare ancora allenatore, perché potrebbe fare ancor peggio. E dunque come si fa a cambiare le cose? A Thohir l’ardua sentenza.
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