La mossa vincente della Germania

L'immagine simbolo dell'apertura tedesca ai richiedenti asilo siriani | Fonte: giornalettismo.it
Il 25 Agosto mentre molti dei paesi europei sonnecchiavano in vista dell’imminente fine delle vacanze, anche politiche, la Germania annunciava la sospensione del Regolamento di Dublino, una notizia inaspettata, intelligente e di grande impatto per il futuro dell’Unione.
Per capire perché la scelta portata avanti dalla Cancelliera Merkel in merito alla crisi migratoria è da considerarsi una mossa vincente bisogna, in primis, fare chiarezza su cosa sia Dublino III. 

Negli ultimi mesi i media hanno citato impropriamente il così detto “Trattato di Dublino” senza spiegarne la sua natura e facendo riferimento alla Convenzione di Dublino del 1990, revisionata tre volte e che nel 2013 è entrata in vigore nella legislazione europea con il nome di Regolamento (n. 604) di Dublino, o anche Dublino III.
In breve, Dublino III prevede che la responsabilità dei richiedenti asilo ricada sul paese di primo sbarco, questo significa che se si accerta che un richiedente asilo in Francia è sbarcato illegalmente sulle coste italiane il migrante deve essere riportato in Italia, dove le autorità statali devono procedere all’esaminazione della sua richiesta d’asilo. Da diverso tempo questo sistema è ampiamente criticato poiché va a discapito sia degli stati membri di “frontiera” come l’Ungheria, la Grecia e l’Italia e sia dei migranti stessi che vedono ostacolato il diritto di ricongiungimento famigliare e spesso pagano caro il trasferimento forzato da un paese all’altro all’interno dell’Unione.
D’altro canto non c’è troppo da biasimare il Regolamento in sé, figlio di esigenze diverse che erano emerse con la caduta della cortina di ferro e l’unificazione tedesca, al tempo, infatti, la questione migratoria riguardava prevalentemente l’Est Europa ed i Balcani.
Il Regolamento di Dublino è quindi una norma giuridica dell’Unione Europea, deliberata dalle istituzioni europee, che cerca di armonizzare le diverse politiche d’asilo dei vari stati membri e non è un Trattato che, per sua natura, deve essere approvato da tutti gli stati membri così come le sue eventuali modifiche. Il Regolamento di Dublino può essere sospeso da uno stato membro previa comunicazione alla Commissione Europea. 

Una famiglia di siriani alla stazione di Monaco
La scelta tedesca è stata sicuramente una mossa inaspettata ma decisamente importante poiché la Germania ha deciso di attivare la “clausola di sovranità”, in questo modo potrà esaminare le domande di asilo anche non essendo il primo punto di arrivo dei migranti. Questa scelta politica apparentemente guidata da uno spirito di solidarietà ed accoglienza ha un risvolto pratico poiché la Germania ha deciso di applicare questa clausola ai soli migranti di origine siriana che sono i più istruiti, i più qualificati professionalmente e per questa ragione sono i più socialmente integrabili, sono persone che scappano da una guerra civile, quasi tutti con la propria famiglia e con i loro documenti e per questo sono i più facili da identificare.
Una scelta decisamente intelligente che sembra già spingere anche altri paesi, Francia in primis, ad agire sulla stessa linea e che potrebbe portare ad una gestione comune della questione migratoria che oggi, più che mai, è diventata la maggiore sfida della politica europea. 
Le politiche rimaste di natura parzialmente nazionale risultano essere sempre più “zoppe” e mal funzionanti, l’unica risposta efficiente torna ad essere quella di una gestione comunitaria della politica migratoria e non solo del diritto d’asilo. L’Europa libera ed unita così come la si sognava alla fine dello scorso secolo non dovrebbe alzare altri muri ai suoi confini come sta accadendo in questi giorni nell’Ungheria di Orban, ma dovrebbe trovare soluzioni politiche per una migliore selezione ed integrazione dei migranti per garantire la sicurezza dei propri cittadini. 


Ancora una volta, dunque, la Germania ha ricoperto il ruolo di leader della politica europea ma questa volta non in merito alla politica monetaria o fiscale e neanche sulle relazioni bilaterali con il nostro vicino Putin, ma su una materia dove nessuno si aspettava una presa di posizione così aperta ed illuminata da parte tedesca. La Germania si è così dimostrata all’altezza della nuova sfida europea sfilando dal cilindro un colpo da maestro, l’auspicio è che i suoi “allievi” seguano il buon esempio.

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