Il ritorno di Gazebo

Gazebo
La storica copertina disegnata da Makkox. Fonte: community.rai.it
Il 27 Settembre su Rai3 torna Gazebo, con il classico doppio appuntamento settimanale in seconda serata che ci ha fatto fare le ore piccole nelle stagioni passate. Il programma di Diego Bianchi, in arte Zoro, che si è ormai aggiudicato il ruolo di trasmissione culto per gli aficionados di quel giornalismo puro e semplice in salsa romana, è un diamante grezzo nel panorama, spesso deprimente, della televisione italiana e per questo merita un focus di buon inizio stagione. Le aspettative riposte nei prossimi appuntamenti, infatti, sono altissime ma non dobbiamo confondere il nostro affezionato Gazebo con una trasmissione televisiva di ampio share.  Gazebo nasce, infatti, come programma di nicchia posizionandosi in quel continuum di trasmissioni di qualità di rai3 scritte da Andrea Salerno, che appassiona un’intera generazione di ragazzi cresciuti con gli indimenticabili Per un pungo di Libri e L’Ottavo nano.

Non ci si aspetta, quindi, niente di più e niente di meno di una versione aggiornata della formula classica fatta di vignette, giornalettismo, musiche e reportage brillanti del “cronista-compagno” Bianchi, secondo la dicitura di Riccardo Bocca de L’espresso.
La formula vincente che ha portato Gazebo a compiere il quarto anno d’età è, come in tutti i casi di successo che si rispettino, l’originalità e la qualità in un mix di improvvisazione e tempi ridotti. Gazebo è infatti riuscito a trovare, forse accidentalmente, la ricetta perfetta per un programma d’informazione e satira con sottofondo musicale di qualità grazie allo spessore e l’intelligenza dei suoi ideatori, eccezione fatta per l’intermezzo di Jovanotti in quella infausta puntata primaverile. Zoro, però, non è il solo artefice del mix esplosivo del programma, è quell’ensemble di Marco d’Ambrosio Makkox insieme a Mirko-Missouri 4, Marco Damilano, Roberto Angelini e Giovanni di Cosimo che hanno portato valore aggiunto a Gazebo.

Social TopTen
La Social TopTen -  Fonte: twitter.com
Il programma è andato così caratterizzandosi per la sua semplicità quasi neo realista ed una casualità degli interventi da far sentire gli spettatori ad una serata tra amici, in quel mood che ricorda programmi storici come Quelli della Notte di Arbore o Blitz di Gianni Minà.
Ciò che noi, fedelissimi di Gazebo, attendiamo con ansia è proprio il ripetersi dei tormentoni degli ultimi anni come i tutorial di Makkox, le social top ten con i vari premi #Gac e gli #Stopamen di Radio Maria, ma anche gli spiegoni di Damilano e i sondaggi di Mirko che hanno fatto da intermezzo ai reportage di un certo spessore di Zoro, attenti e puntuali nel raccontare la realtà italiana ed internazionale.
Un elogio in particolare, infatti, va rivolto alle inchieste portate avanti da Gazebo che più di una volta si è trovato all’interno della notizia. Impossibile da dimenticare quando, ad Ottobre scorso, Zoro con la sua telecamera a mano ha documentato gli scontri a Roma tra la polizia e gli operai dell’Acciaieria di Terni registrando il “caricate!” di un dirigente della polizia, smentendo così la versione fornita dal Ministro degli Interni Alfano.
E’ quindi apprezzabile l’idea che in questa nuova stagione l’intento sia quello di dare ancora più spazio ai reportage e alle Gazebo-storie come quella dei coniugi siriani, seguiti dalla Grecia fino ad Amburgo, purchè i reportage rimangano sempre caratterizzati da quell’amatorialità voluta dei montaggi di Diego Bianchi e da quegli sprazzi musicali geniali che li  contraddistinguono.
Gazebo ha avuto il merito di non snaturarsi con il passaggio primaverile in prima serata, riuscendo a mantenere quell’aurea casual anche sui tempi lunghi, ma Gazebo è per sua natura un animale da seconda serata ed è così che, sembra, lo rivedremo da fine mese con immensa gioia di noi affezionatissimi della premiata formula di Zoro and friends.

Gaia Taffoni
@TaffoniGaia

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