Ero partito con quella di
recensire l’ultimo dei Wilco.
I Wilco sono una band
alternative americana, usciti dallo sbobbone generato negli anni ’90
dai R.E.M., essenzialmente, e hanno regalato a tutti il nuovo disco,
ma mica come gli U2. Gli U2 ci hanno ficcato in gola (cioè nei nostri account iTunes) il loro ultimo album senza neanche
chiederci se ci faceva piacere: a me coincidenzialmente ha fatto
piacere, anche se poi il disco è una mezza (solo mezza, giuro)
ciofeca, ma a più di qualcuno non è piaciuto affatto.
Quindi insomma ‘sti
Wilco hanno regalato il disco ma dicendo “il disco è qua, se
volete scaricarvelo” e io tac, l’ho scaricato.
Non ho mai ascoltato i
Wilco.
Il disco non è male.
Essenzialmente, però,
non è nulla di che.
Quindi.
L’altra sera sono stato
a una sagra, nella migliore tradizione friulana, a sentir suonare
Aldo Sbadiglio e la Famiglia Ananas in Vacanza a Dresda, una
formazione folkeggiante della “provincia di Codroipo” (ovvero la
città con l’anagramma più divertente di tutti), e ho acquistato
il loro ultimo disco, che in realtà è già uscito da un po’ (per
la precisione, a settembre scorso).
Insomma l’ho ascoltato
e mi sono divertito molto di più che con quello dei Wilco.
Ho deciso che meritava la recensione.
Ho deciso che meritava la recensione.
Foto di Alice Durigatto |
Il secondo album, che si
intitola Ljuba Toast Cricket Club (Ljuba, in sloveno, è nome
proprio di persona, ma vuole anche dire “amore”, “tesoro”),
però, ha qualcosa in più.
C’è qualcosa, a
Nord-est, che non c’è da nessun’altra parte in Italia, ed è
qualcosa che c’è sempre stato anche prima che l’Europa di oggi
cancellasse i confini di ieri, quel sentimento di unione tra popoli e
culture, quella sensazione di trovarsi fuori dal mondo che io,
bambino nato e cresciuto in una grande città, potevo provare già
quando ancora non ci abitavo e venivo in vacanza dai nonni in Friuli.
Questo qualcosa viene
raccontato meravigliosamente dalla Famiglia Ananas, assieme ad altre
storie, nelle quali forse possiamo riconoscerci tutti. La musica,
dopotutto, è fatta per questo: raccontare storie, alle quali qui
viene data voce dal malinconico eppure comico Aldo Sbadiglio (che in
realtà si chiama Paolo Drigo e ha una barba notevole), in italiano e
in friulano. Storie come quella di “Ghiaccioli Blu”, resoconto di
una visita estiva al supermercato, o quella, surreale, del viaggio in
Tibet di Aldo per staccarsi dal logorio della vita moderna in
“Where’s Aldo” (non devo spiegarvi che il titolo viene dal
giochino “Where’s Waldo”, vero?). Ci sono anche piccole perle
di friulanità come “Sborfadôr” [“Innaffiatoio”] con ospite
Fabian Riz, icona del rock and roll friulano, e “All Night”,
omaggio a un soggiorno estivo in località montana carnica (la Forni
del testo, che non è dato sapere se sia Forni Avoltri, Forni di
Sopra o Forni di Sotto, con annesso calembour Forni-care).
Foto presa dal profilo Fb della band |
I pezzi migliori, però,
sono quelli che raccontano il nostro tempo: “Milano Violenta, Udine
in Cassa Integrazione”, “Levante (C’era una volta il Nord-est)”
(omaggio alla cantautrice Levante, che ha fatto una canzone che si
intitola “Sbadiglio”, chiaramente omaggiando la Famiglia Ananas)
con ospite il Coro Popolare della Resistenza, la splendida “Libero
Sei (Stato)” e la divertente, dolceamara, conclusione di “Živjeli
S.p.a.” (Živjeli vuol dire “salute” in sloveno, non salute di
quando si starnutisce ma di quando si beve: ricordiamoci che siamo in
Friuli).
Di questi tempi, trovare
artisti che siano anche narratori divertenti, coinvolgenti ed
emozionanti non è facile, e Aldo Sbadiglio e la Famiglia Ananas in
Vacanza a Dresda lo sono, con freschezza e originalità.
Se non siete mai stati in
Friuli, questo disco vi incuriosirà; se ci siete stati, vi ci
ritroverete.
Trovate Aldo Sbadiglio e
la Famiglia Ananas
Nessun commento:
Posta un commento