Il simbolo della "Lizard Squad" |
Il gruppo di hacker, che fin dai primi attacchi è stato collegato prima all’ISIS (per loro stessa ammissione, poi smentita dagli stessi) e poi ai misteriosi geniacci dell’etere che hanno (o avrebbero) colpito la Sony per danneggiare (o pubblicizzare) il film di James Franco e Seth Rogen “The Interview”, che grazie a tutta la storia ha intascato oltre 1 milione di euro ai botteghini in un giorno, aveva già promesso l’Attacco di Natale qualche giorno fa. In un giorno solo, “Lizard Squad” aveva infatti abbattuto i server di Xbox Live, PSN, Steam Online e Origin, sostanzialmente la totalità delle piattaforme per giocare online e scaricare videogiochi su console e pc. Fin dall’inizio del mese si sono fatti sentire: “A differenza di Babbo Natale, noi non distribuiamo tutti i nostri regali in un giorno solo. L'intero mese sarà divertente”, hanno scritto il 6 dicembre su Twitter, seguito poi dall'annuncio “Questa non è una minaccia ma una promessa. Il 25 dicembre entreremo dentro Microsoft e chiuderemo Xbox Live PER SEMPRE! Divertitevi finché dura.”
La strategia di attacco è semplice nell’idea ma molto complessa (e costosa) nella realizzazione. Gli attacchi sono di tipo DDoS (Distributed Denial of Service), ovvero l’invio contemporaneo ai server di milioni di input. E’ come se provassero a connettersi milioni di utenti nello stesso millisecondo, e i server crollano immediatamente. Il problema è che la situazione non è risolvibile fino all’interruzione dell’attacco per volontà stessa degli hacker, o meglio per la fine dei fondi. Un attacco di questo genere, per di più su piattaforme diverse e su scala mondiale, necessita di sistemi molto avanzati e di un budget decisamente alto.
La casa dove Kim Dotcom sta scontando gli arresti domiciliari |
Un attacco che potenzialmente poteva mettere in crisi l’intera industria videoludica. Cosa poteva fermare quindi alcuni tra i più pericolosi hacker in circolazione? Beh, sono bastati dei buoni da 99 dollari. Infatti proprio nel corso dell’attacco di Natale, la Lizard Squad è stata contattata da una delle figure più controverse del mondo informatico e più osannate dai Geek: Kim Dotcom. Tranquilli se il nome non vi dice niente. E’ solo il creatore e programmatore dell’ormai defunto MegaUpload, sito di filesharing che comprendeva anche Megavideo (e Megaporn) e che da solo, fino alla chiusura da parte del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti d’America, rappresentava il 4% del traffico mondiale di internet. Dalla sua modesta dimora in Nuova Zelanda, dove si trova agli arresti domiciliari, Kim Dotcom, all’anagrafe Kim Schmitz, tedesco, ha scritto alla Lizard Squad, che gli stava rovinando la giornata, povero Kim, bloccando i server e impedendogli di giocare.
Kim Dotcom, all'anagrafe Kim Schmitz |
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