(before you read: questa prima parte è una lunga contestualizzazione per il succo del discorso,
che arriverà col prossimo capitolo)
che arriverà col prossimo capitolo)
Se c'è un gruppo a cui
sono emotivamente legato, sono loro. Primo cd, il best of di trequarti di
carriera nel 2003, con un paio di inediti, dove ci stanno
principalmente i pezzoni da classifica. Dopo, l'unico newsgroup
(quanto suona obsoleto? Esisteranno ancora? Risulteranno vincenti
come gli uccelli e i piccoli roditori all'epoca dei dinosauri o come
i populismi micatantocripto nell'era della postdemocrazia?) che abbia
mai frequentato era it.fan.musica.rem., oltre a it.sport.basket e
it.sesso.racconti - devo loro tutto quello che so sulla vita. Da lì,
è stato un crescendo estremamente calibrato nel tempo di acquisto
dei capitoli precedenti (una dozzina) e aggiornamento delle nuove
uscite (ho fatto in tempo a godermene tre). E' una carriera
trentennale condotta con stile, innovazione, capacità di scrivere
instant classics che, piaccia o no ai puristi del termine, rimangono
probabilmente insuperati degli ultimi decenni nel panorama del pop
alternativo. Passati i 18 anni abbiamo imparato che le
etichette di genere sono buone giusto per le orride scaffalature di
Ricordi, ma se c'è un gruppo al quale ha senso applicare questa tag
sono gli Ari M., ma solo se considerati nell'endiadi con l'altra
parola, pop. Questo mi ricorda due cose, primo che è un po'
lo stesso discorso che avevo sentito fare ad Accento Svedese riguardo
le Pipettes, un gruppetto abbastanza inutile di tre ragazze carine e
vestite uguali che avevano la caratteristica precipua di arrapare
solo se considerate insieme (quanto
suona obsoleto? Esisterà ancora Accento Svedese? Il suo blog era
l'unico blog che abbia mai letto con costanza in vita mia, insieme a
onanrecords e artsyfucking su tumblr - devo loro tutto quello che so
sulla vita).
La seconda è che esiste una roba molto bella messa in piedi da un tizio con un cognome buffissimo, Matthew Perpetua, che si chiama PopSongs, che fa una piccola esegesi di ogni pezzo della storia degli Ari M. fino al 2008 (nei primi post trovate delle risposte di Stipe a domande dirette dal pubblico).
La seconda è che esiste una roba molto bella messa in piedi da un tizio con un cognome buffissimo, Matthew Perpetua, che si chiama PopSongs, che fa una piccola esegesi di ogni pezzo della storia degli Ari M. fino al 2008 (nei primi post trovate delle risposte di Stipe a domande dirette dal pubblico).
Berry, Stipe, Buck, Mills. |
In
breve, gli Ari M. sono pop
perché fanno cose orecchiabili, in strutture canoniche, facendo uso
di ritornelli e hooks
come se piovesse, in tempistiche canoniche e facendo utilizzo di
stilemi riconoscibili (l'arpeggino alla Peter Buck, e.g.)
– questo vale per la maggioranza numerica dei loro pezzi.
In
breve, gli Ari M. sono alternativi
perché i testi sono notoriamente criptici (la solita vecchia storia
che quando suonavano nei club sgangherati c'era da ringraziare se emergeva
la voce dal resto, nessuno avrebbe capito altro oltre la forza
illocutoria del proferimento), perché almeno per i primi 5 album non
hanno fatto una canzone d'amore e la prima che tirarono fuori fu The
One I Love, che è una roba ermetico-cattiva, tipo un momento
presomale di Califano musicato da Max Collini, dove di amore ce n'è
ben poco. Inoltre perché, in trent'anni, hanno progressivamente
girato il mondo della strumentazione, partendo dalla formazione
tradizionale ruock, passando per il momento acustico bucolico, le
tentazioni orchestrali, alle Colonne d'Ercole da cui moltissimi buoni
gruppi non sono più tornati indietro per raccontare, cioè La Svolta
Elettronica (a titolo di esempio, non pervenuti: Editors, Bloc Party,
Yeah Yeah Yeahs, Korn (Korn?! Ma cosa sto scrivendo?) ; pervenuti: Ari M., Bugo), per finire col
cercare un dialogo tra canzone pop d'autore e ruock e tentazioni
orchestrali negli ultimi 3 album. Il tutto ben più che
dignitosamente, lasciando intatti i fallimenti che sicuramente ci
sono.
Infine,
sono alt perché hanno
sempre mantenuto un certo stile nelle public relations
e nella loro immagine pubblica: fino all'ultimo, mal riuscito, album
di addio prima dello scioglimento, non erano mai apparsi sulla
copertina di un album. Non avevano un logo fisso (vallo a dire oggi, nell'era del branding di se stessi). Non
hanno tendenzialmente fatto merdate da ricchi mantenuti, pur avendo strappato alla
Warner due contratti da 5 album ciascuno e svariati milioni in cassa.
Hanno esplorato l'esplorabile per quanto poteva fare un gruppo pop
con sulle spalle le aspettative dei milioni di cui sopra. Poi, ultimo
ma primo per genealogia, hanno cominciato con 5 album con
un'etichetta indipendente che aveva la stessa sigla dell'Agenzia
delle Entrate statunitense (EQ-uitalia Records farebbe il botto in
Italia, sulla scia di un nome scomodo
tipo "Padania" per gli Afterhours).
Live nel periodo Equitalia. |
Poi,
che cazzo, la metà di loro erano burini della Georgia (= Puglia
d'America) e/o
frequentavano il DAMS della situazione. Non se ne sono scordati,
anche se Michael Stipe si è imborghesito niente male (oggi fa l'ex
studente DAMS a NYC con la scultura e le foto sbiadite, come
vorrebbero fare tutti gli ex-studenti DAMS, solo che lui campa di
altro, pur avendo fatto, proprio come i nostri ex-studenti DAMS, i video
del suo gruppo prendendo immagini capovolte in b/n di mandrie di vacche e scritte in sovraimpressione in bold
o la stessa roba con
tre donne in topless). Poi diciamocelo, quanti altri gruppi hanno
una hit
planetaria in 12/8?
Inutile che Capra
ce la meni coi National.
Ora, dopo questa brevissima apologia,
vorrei passare a illustrare la misconosciuta vena psych degli Ari M.
(continua)
Nessun commento:
Posta un commento