RILEGGERE CRONENBERG ATTRAVERSO GLI OCCHI DI BATESON E GIRARD, I
Orientarsi
tra queste righe non sarà forse facile. Vi basti sapere che
scaturiscono dal tentativo di analizzare l'opera di Cronenberg,
Inseparabili,
attraverso la visione di due autori contemporanei: Gregory Bateson e
René Girard. Il primo (antropologo, sociologo e molto altro ancora)
famoso principalmente per la teoria del doppio
legame,
il secondo per la teorizzazione del concetto di desiderio
mimetico
e capro
espiatorio.
Le opere a cui si fa riferimento nel testo sono:
Sergio
Manghi, La
conoscenza ecologica. Attualità di Gregory Bateson,
Milano, Raffaello Cortina Editore, 2004;
Stefano
Tomelleri, Identità
e gerarchia. Per una sociologia del risentimento,
Roma, Carocci, 2012;
René
Girard, Il Risentimento. Lo scacco del desiderio nell'uomo
contemporaneo, Milano, Raffaello Cortina Editore, 1999.
I
gemelli monozigoti Beverly ed Elliot Mantle sono Inseparabili
fin
dalla nascita: lavorano assieme,
vivono assieme, frequentano le stesse donne e si spartiscono meriti e
demeriti, così nella vita privata come sul lavoro. Sono due
ginecologi di successo, assolutamente indistinguibili, se non per il
fatto che Elliot «è un paio di mm più alto». Nella prima parte
del film assistiamo alla genesi del loro rapporto, dalla prima
infanzia all'età adulta. In un primo momento vediamo i due ragazzi
all'Università realizzare un divaricatore ginecologico, grazie al
quale otterranno un premio. Solo Elliot è presente nel momento della
premiazione, Beverly rimane nel loro alloggio a studiare. Questo
episodio svela come nel rapporto simmetrico
tra
Bev ed Ellie il “trattarsi da uguali” nasconda invece
caratteristiche di complementarità:
il divaricatore porta il nome di entrambi, ma è solo Elliot a
godersi il premio e gli applausi del pubblico, sebbene senza il
lavoro di Beverly non avrebbe mai potuto ottenere questo risultato.
Gli elementi sono ancora pochi, ma è già possibile asserire che il
loro rapporto si insinui all'interno di quelle «relazioni
manipolatorie,
dove l'alter
diventa
un mezzo per realizzare gli scopi dell'ego»:
Elliot aspira al successo ma ha bisogno di Beverly per poterlo
ottenere, poiché lui solo è la mente pensante dietro tutti i loro
progetti. Questo concetto, elaborato da Margaret Mead, compagna di
Bateson negli anni '40, fu analizzato e commentato da Bateson stesso
nello scritto del 1942 La
pianificazione sociale e il concetto di deuteroapprendimento.
L'assunto di partenza era che «le moderne società occidentali
avessero l'abitudine a organizzare il pensiero e l'azione sulla base
dello schema logico strumentale mezzo-scopo». Questa modalità di
comportamento viene ritenuta naturale dall'uomo, il quale tende ad
estenderla alle relazioni con i suoi pari. Ritornando al film,
risulta chiaro come il rapporto tra Beverly ed Elliot si possa
inscrivere all'interno di queste dinamiche sociali: Beverly è il
mezzo attraverso il quale Elliot può raggiungere il suo scopo, cioè
il successo.
La
seconda sequenza arriva dopo un salto temporale. I due ragazzi sono
ormai adulti, al lavoro
presso il loro studio ginecologico. Qui avviene il primo incontro con
Claire. Ciò che attira
l'attenzione di Beverly è la particolarità del caso (la donna ha
l'utero triforcuto), mentre a destare l'interesse di Ellie è il
fatto che la donna sia una famosa ed attraente attrice. Per quella
sera si scambiano i ruoli e Bev andrà alla cena di lavoro di Ellie,
mentre quest'ultimo rimarrà tutta la notte con Claire. Tra i due si
crea subito una forte intesa. Al ritorno a casa i fratelli si
incontrano e, quando Elliot chiede a Bev com'è andata la serata,
egli risponde: «Sei stato seducente e affascinante come sempre, e
credo che tu abbia ottenuto la sovvenzione». In questo modo Bev
lascia intendere di ritenere che il fratello più brillante sia
Elliot, quello che si occupa di mantenere i contatti con i clienti,
di ritirare i premi e di sedurre le pazienti. L'affermazione lascia
trapelare un tono di invidia e di risentimento nei suoi confronti,
che Elliot subito nota, rispondendo: «Che cos'è questa storia? È
per noi, non solo per me». Se Beverly si ritenesse alla pari del
gemello, si sarebbe potuto recare al suo posto alla cena, senza
fingersi lui.
Elliot
convince poi il fratello ad uscire con la donna, con il monito:
«Basta che fai me». I due
gemelli sono abituati a questo tipo di scambi, in genere è Elliot a
conquistare le donne, che poi condivide con Beverly. Totalmente
succube del fratello, egli torna più volte da lei. In questa fase si
compie il terzo passaggio fondamentale: con il passare del tempo Bev
matura un pensiero, quello di non parlare più ad Elliot di Claire.
Non vuole condividere con lui anche questa esperienza, vuole qualcosa
che sia solo ed esclusivamente per sé. Questo bisogno denuncia il
primo passo di Beverly verso il distacco. Quando lo fa presente al
gemello, la sua reazione è ovviamente aggressiva. È questo il
momento in cui Beverly inizia a sfogare il risentimento
accumulato
nel corso di una vita nei confronti del fratello. Egli si rende conto
di aver sempre fatto parte di una relazione più grande, quel tipo di
relazione che «annulla la nostra individualità, la nostra autonomia
personale, la nostra libertà». Bev inizia a provare quel tipo di
speranza che appare «come una rivelazione del modo illusorio,
insieme superstizioso e arrogante, in cui ci eravamo assuefatti a
pensare la nostra individualità». All'origine del risentimento di
Beverly «si trova una ferita, una violenza subita, un affronto, un
trauma. Colui che si sente vittima non può reagire, per impotenza.
Egli rumina la sua vendetta che non può eseguire e che lo tormenta
senza tregua. Fino a esplodere». Ciò che avviene tra i gemelli si
può spiegare attraverso la teoria del desiderio
mimetico concepita
da René Girard:
Ogni azione umana va compresa come un segmento di un più ampio processo di mutuorispecchiamento, di incessante imitazione reciproca. Dove il mio desiderio non è confinabile nella mia epidermide individuale, essendo immediatamente, già da sempre, abitato e animato dall'altro e viceversa. Dove essere equivale pertanto a essere attraverso l'altro.
Nonostante
le apparenze, i due fratelli faticano ad accettare la loro
uguaglianza, aggravata dal
fattore della somiglianza fisica, perciò si pongono in un orizzonte
concorrenziale, nella speranza
di vincere la battaglia per l'indipendenza. In questo rapporto
complementare – con
pretese
di simmetria – a mantenere una posizione privilegiata è sempre
stato però Elliot. Questa disparità ha fatto sì che Beverly abbia
per lungo tempo accresciuto il proprio risentimento, inteso come la
«condizione sentimentale di chi ha per lungo tempo desiderato, ma
che non ha potuto realizzare, e sente che non potrà mai realizzare,
quanto aveva immaginato». Elliot è però sia un modello che un
rivale per il fratello: «In quanto nostro modello, ammirato e amato,
l'altro è anche il nostro maggiore rivale, perché sarà sempre
laddove vorremmo essere e non siamo»; Elliot è alle cerimonie di
premiazione, a cena con i clienti, a letto con le pazienti, mentre
Beverly è in casa a studiare, solo.
La
rivalità si accresce come un torrente in piena, proprio per il fatto
che non è l'oggetto ad alimentare la sfida, ma l'essere del nemico,
con quel suo sguardo così avido come il mio, uno sguardo che non è
solo intorno, ma anche dentro. Il rivale coincide, stridendo, con il
modello. E non è più possibile dividere il campo tra “me” e
“l'altro”: il “me” perde i suoi confini, non si distingue
un'identità unica, chiara e netta, dai contorni ben precisi, ma si
intravede una trama di relazioni intrecciate tra loro. Il “me”
sconfina in un “noi”, in uno spazio indefinito che compone il
“mimetismo” delle interazioni sociali.
L'oggetto
della triangolazione per
Beverly è quindi Claire, ed Ellie è il mediatore
del desiderio.
Egli crede di desiderarla, ma ciò che desidera mimeticamente è il
desiderio di Elliot,
in quanto primo ad accorgersi della donna, primo ad avere un rapporto
con lei e a dimostrare
di esserne interessato. Così deve essere anche per Beverly: solo in
questo modo potrà riscattare il proprio risentimento. Beverly non
vuole Claire, piuttosto vuole ciò che desidera Elliot poiché in
realtà desidera essere Elliot. Claire è il tertium,
senza il quale «anche quel che accade dentro la cornice [diadica]
sarebbe diverso».
(continua)
Roberta Cristofori
(continua)
Roberta Cristofori
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