Buona
festa della Liberazione a tutti coloro che tengono in vita il
prezioso ricordo della Resistenza, che sanno da dove nasce la nostra
Repubblica, che credono ancora nella democrazia, nella libertà e
nell'uguaglianza. E buona festa della Liberazione anche a chi la
rinnega, a chi non ne riconosce il valore, a chi interpreta la storia
in modo fantasioso per subdoli fini politici e a chi ha troppa paura
dei valori sopra elencati per sostenerli. Se possono esprimere
liberamente le loro idee sbagliate è merito soprattutto di chi ci ha
liberati dalla dittatura.
Purtroppo
questo giorno è ancora visto come la festa di una sola parte del
paese, è strumentalizzato per fini politici dalle destre e dalle
sinistre e rischia di essere svuotato del suo profondo e nobilissimo
significato. Oggi si celebra la liberazione di tutta l'Italia e di
tutti gli italiani da una vile dittatura fondata su una disgustosa
ideologia, il fascismo, che per decenni ha tenuto in ostaggio
l'Europa e il mondo lasciando dietro di se una striscia di morte,
odio e regresso civile.
Oggi
dobbiamo celebrare il valore umano dei nostri partigiani, che va ben
oltre l'appartenenza politica, di uomini, donne e bambini che sono
arrivati a dare la vita per un'Italia libera dal fascismo. Nel loro
rifiuto di appoggiare la dittatura a qualsiasi costo risiede la
coscienza civile di tutto il nostro disastrato paese. Dalla loro
scelta si è formata una catena di eventi che hanno messo fine al
ventennio più nero e vergognoso della nostra storia.
Ricordare
significa conoscere la nostra Storia, individuare le cause di un
periodo così buio e riconoscere i pericoli attuali. Fascismo,
comunismo, nazismo sono ormai ideologie antiche che vivono solo sui
libri di storia. Il mondo è cambiato, non è più quello di
settant'anni fa, chi continua a vedere le cose in questa maniera è
un timoroso nostalgico. Non esiste un partito fascista, un nuovo
duce, una guerra mondiale alle porte. Esistono ancora, però, i mali
che hanno alimentato quella squallida ideologia. Paura, ignoranza,
nazionalismo, populismo, razzismo, xenofobia, chiusura mentale,
violenza, intolleranza, omologazione del pensiero. Ora più che mai
l'Italia e l'Europa si trovano di fronte questi mostri contro i quali
ogni cittadino deve combattere la sua personale Resistenza. Questi
nemici non sono quelli fisici che i partigiani combattevano
settant'anni fa, non ti uccidono e non ti torturano ma sono molto più
subdoli e difficili da battere, tant'è che ormai da secoli devastano
la nostra civiltà.
Celebrare
la Liberazione, ricordare la Resistenza significa combattere questi
mostri. Significa studiare, informarsi, ragionare con la propria
testa, confrontarsi, rifiutare le verità assolute e le risposte
facili. Significa infine, più di ogni altra cosa, sapere da dove
veniamo e a chi dobbiamo la nostra libertà.
Fabrizio Mezzanotte
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