Il film Philomena racconta la storia
vera del doloroso distacco tra una ragazza madre ed il suo bambino
negli anni Cinquanta in Irlanda. Come in tutte le grandi storie,
anche in quella raccontata da Stephen Frears, alla trama principale
si intrecciano diverse vicende umane che contribuiscono a creare un
film emozionante.
La quindicenne Philomena rimane incinta
ed è costretta a fuggire dal suo paese per via della colpa di cui si
è macchiata, viene mandata in un convento di suore dove lavora nella
lavanderia insieme a tante altre ragazze madri che non hanno il
diritto di vedere i loro figli. Il piccolo, Anthony, viene venduto
dalle suore ad una coppia abbiente americana. Passano cinquant’anni
di silenzio, nei quali Philomena si sposa e ha una nuova vita ed
altri figli ora sotto la liceità morale del matrimonio, fino a
quando decide di raccontare la sua storia per ritrovare il figlio
Anthony. Alla sua ricerca si unisce Martin Sixsmith, ex spin doctor di
Tony Blair, intellettuale, ateo e in cerca di una storia da
raccontare. I due personaggi sono agli antipodi; da una parte
l’anziana donna, cattolica, che legge il “Daily Mirror” e i
romanzi rosa di ambientazione medioevale e dall’altra il freddo
giornalista, laico, borghese, laureato ad Oxford che ha perso la
fiducia nelle persone ed è bloccato nella stesura di un libro sulla
storia russa. I due vanno alla ricerca del terzo personaggio cardine
della storia: il figlio Anthony, cresciuto nell’East coast
americana in un’agiata famiglia cattolica, dopo gli studi diventa
consigliere del presidente Reagan, è omosessuale e si ammala di Aids
in un periodo oscuro per lo stato sociale americano; fu proprio sotto
Reagan che vennero eliminati gli aiuti ai malati di Aids.
Judi Dench in Philomena |
Philomena ed Anthony hanno la colpa di
essere vissuti in momenti storici sbagliati per i loro “peccati” ed entrambi ne hanno
pagato il prezzo. Dall’altra parte Martin osserva
incredulo la semplicità e la bontà di Philomena che forte della sua
fede riesce a perdonare chi le ha procurato tanto dolore in gioventù
ed è proprio intorno alla fede che ruotano i due personaggi
principali. E’ giusto perdonare dopo tante ingiustizie chi non
sembra dare il minimo segnale di pentimento? Martin, dall’alto
della sua formazione ed estrazione sociale non riesce a capirlo, la
fede sembra una semplice scusa per non affrontare le ingiustizie del
mondo.
Questo bellissimo film è stato
premiato al festival di Venezia per la miglior sceneggiatura e la
critica mondiale lo ha accolto come uno dei migliori film del 2013: è
difficile oggi vedere un vero buon film e non si può sempre fare
affidamento sui premi dei festival nostrani per avere una garanzia di
qualità, ma il caso di Philomena è diverso, questo film è una vera
opera d’arte. Il tema del peccato si intreccia con la fede e con la
laicità ed i personaggi, mai stereotipati e magistralmente
interpretati da due grandi protagonisti del cinema inglese,
affrontano un viaggio che è un Bildungsroman (di formazione)
e allo stesso tempo una ricerca delle proprie radici. Tanti elementi
quindi perfettamente incastonati tra loro che danno come risultato un
piccolo gioiello cinematografico.
Gaia Taffoni
Nessun commento:
Posta un commento