Leopolda 2013: Diamo un nome al
futuro. Quest’anno la kermesse organizzata da Matteo Renzi è giunta alla sua
quarta edizione: tre giorni dedicati ad approfondimenti, confronti, idee e
progetti per disegnare il futuro del Paese. Questa è stata la mia prima
Leopolda. Come tutte le cose belle, è finita troppo presto. E’ stata stancante,
fino all’ultimo giorno ho temuto di non partecipare, stavo poco bene, ma ho
rischiato e sono stato ampiamente premiato.
Provare a descrivere la Leopolda
è qualcosa di quasi impossibile. La Leopolda è esperienza: va vissuta liberamente; è passione, partecipazione.
Ognuno raggiunge Firenze, libero da preconcetti, libero dalla distinzione
Destra-Sinistra. Ed è per questo che le bandiere del PD sono assenti: nessuna
dipendenza da un Partito, solo libertà, voglia di partecipare e di raccontarsi.
Il problema, come ha affermato Matteo Renzi “è che mancano le croci sul simbolo
del PD alle elezioni, non il fatto che non ci siano bandiere sul palco”.
Girando per la stazione, le facce
raccontano sensazioni che sono un mix di stupore per chi, come me, è la prima
volta che partecipa, e di soddisfazione per chi è già veterano ma ogni volta è
come se fosse la prima.
Quest’anno si comincia di venerdì:
cento tavoli, in cui gruppi di 10-12 persone discuteranno di varie tematiche,
dal lavoro all’economia, dall’ambiente all’immigrazione, tutti moderati da un
amministratore locale o da un parlamentare.
Il Sabato si prosegue con il
format collaudato nelle scorse edizioni: una parola chiave, 4 minuti di
intervento. Sul palco si sono visti giovani, disoccupati, manager, donne
preoccupate per la loro futura maternità: ognuno ha portato il proprio mondo,
fatto di quotidianità e di problemi, ma anche di speranze e di progetti. Tante
persone così diverse tra loro, ma accomunate dalla voglia di costruire insieme
il proprio futuro, che si sono scoperti uguali nelle loro diversità.
Accanto a persone comuni, si sono
intervallati gli interventi di personalità del mondo politico e imprenditoriale:
Gugliemo Epifani (attuale Segretario del PD), Andrea Guerra (Amministratore
Delegato di Luxottica) e Brunello Cucinelli (Imprenditore dell’omonima ditta di
abbigliamento) e tanti altri. Anche loro, seppur da punti di vista molto
differenti, hanno provato a dare la loro visione di futuro, le loro
vicissitudini si sono fuse con quelle dello studente portando ad un confronto
democratico tra i partecipanti.
Si sono visti molti politici: il
Sindaco di Bari Emiliano, Stefano Lepri, Anna Paola Concia, David Sassoli, Dario
Franceschini e Piero Fassino per citarne alcuni. Non tutti accumunati dall’essere “renziani”,
ma stupiti per un meeting veramente insolito ed innovativo nel panorama
italiano. Qualcuno ha provato ad essere presente per “salire sul carro”, per
dire “io c’ero, sono dei tuoi”, ma la Leopolda è democrazia, si è tutti uguali e tutti si deve lottare e faticare
per raggiungere il traguardo comune.
Nella giornata di domenica sono
proseguiti gli interventi liberi e tra gli altri vale la pena ricordare Pif,
mattatore delle Iene che ha riflettuto e fatto riflettere sulla mafia e sul
modo di sconfiggerla, del Ministro Graziano Del Rio, dello scrittore Alessandro
Baricco. Le due sale si sono riempite in fretta, tanta era la voglia di
partecipare, di far parte del popolo
della Leopolda.
Infine, l’intervento di MatteoRenzi. La parola scelta da Matteo è “stupore”: stupore per le tante persone che
anche quest’anno sono accorse da tutta Italia per incontrarsi, salutarsi,
confrontarsi in clima di gioia. Stupore nel vedere che tante persone credono
nella politica, e non
nell’anti-politica, come risposta alle cattive abitudini presenti nel Paese. Il
Sindaco di Firenze ha presentato quattro punti da verificare alla prossima
Leopolda, come patto nel caso vincesse la corsa alla segreteria (e magari anche
quella alla premiership): Italia, Europa, lavoro ed educazione. Ogni punto
prevede un’iniziativa da proporre al Parlamento ed all’Europa: si va dalla
riforma della giustizia alla revisione dei parametri europei, passando per la
redazione di un nuovo codice del lavoro a maggiori investimenti per scuola e
ricerca. Quattro punti per cambiare la società italiana e dare non solo un
nome, ma anche concretezza al futuro.
Ed è così che questo viaggio di
tre giorni si è concluso. Ognuno è tornato al proprio Paese, felice di essere
stato in buona compagnia, tutti dandosi appuntamento al prossimo anno, con la
certezza che, anche se ormai veterani, lo stupore sarà lo stesso della prima
volta.
Avete presente le tante feste di
quartiere che si organizzano nelle grandi città? Bene, la Leopolda è un po’
come queste. Solo che quel quartiere è un po’ più grande e si chiama Italia.
Alex Bernardi
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