Dentro e contro la crisi: pratiche di resistenza e di soggettivazione politica nell’Argentina
resistente.
Con circa 10.000
lavoratori e più di 200 imprese coinvolte, i movimenti di fabbriche e imprese
recuperate hanno raggiunto quella massa critica capace di trasformarli in un
importante attore sociale e politico, tanto da entrare con forza nel dibattito
nazionale (modificando la configurazione del governo stesso) e capace di
influenzare altre esperienze di autogestione sulla scena. Si tratta molto probabilmente del primo caso di
autogestione di massa in un contesto di capitalismo avanzato.
La forte rottura
che queste esperienze di autogestione hanno operato nei confronti della logica
taylorista, che domina la maggior parte dei processi produttivi contemporanei,
risulta evidente e radicale: i lavoratori pongono fine alla frammentazione
della conoscenza riguardante il ciclo produttivo, sia mediante il sistema di
rotazione degli incarichi sia, soprattutto, condividendo la totalità
dell’informazione durante le assemblee generali. Le profonde controtendenze
rispetto alle attuali logiche di mercato segnano una significativa distanza
rispetto alle tradizionali dinamiche capitaliste: la polivalenza funzionale si
sostituisce alla sempre più marcata divisione dei compiti (tipica della catena
di montaggio), la garanzia di un impiego fisso si contrappone alla crescente
precarietà lavorativa e si mantiene la produzione all’interno dei confini
nazionali durante una fase di crisi economica, congiuntura che generalmente
viene usata come giustificazione per la messa in atto di processi di
delocalizzazione della produzione.
Il
film-documentario “The Take” ripercorre la storia di questa esperienza e documenta la "presa" delle fabbriche argentine
da parte degli operai nel periodo successivo al disastroso collasso economico
del 2001. Seguendo l'iter giudiziario e il dramma umano attraversati dagli
ex-operai di una "planta" produttrice di componenti per auto, nel
tentativo di vedersi riconosciuto dal giudice il diritto a gestire da soli la
fabbrica, il film attraversa il periodo nero della repubblica sudamericana,
dalla fuga del corrotto Menem all'elezione di Kirchner.
Una pagina di storia da conoscere
assolutamente e un'ipotesi reale di radicale alternativa al capitalismo. Un
laboratorio politico e sociale
estremamente affascinante (e reale) e una lezione di profonda democrazia
da non lasciarci sfuggire.
Davide Cattarossi
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