L’Italia è il paese delle Fondazioni. Spetta loro circa il 43 per cento del totale dei finanziamenti pubblici stanziati per gli enti culturali. Il restante 57 per cento si divide tra Istituzioni (23 per cento) e Centri, Accademie, Società, Giunte, Musei, Associazioni, Gabinetti, Atenei, Enti (con meno del 10 per cento ciascuno).
Le fondazioni sono enti costituiti per un determinato scopo. Hanno la peculiarità di avere un fondatore (in persona o tramite il proprio testamento) che destina il proprio patrimonio per alcune finalità filantropiche e non lucrative.
Per il triennio che comprende 2012, 2013 e 2014, intervallo di riferimento di quest’analisi, sono stati sovvenzionati dallo Stato 103 istituti culturali, di cui 46 fondazioni. Il budget totale ammonta a 5 milioni 430.000 euro, che per la maggior parte sono destinati ad attività di tipo politico.
Per il triennio che comprende 2012, 2013 e 2014, intervallo di riferimento di quest’analisi, sono stati sovvenzionati dallo Stato 103 istituti culturali, di cui 46 fondazioni. Il budget totale ammonta a 5 milioni 430.000 euro, che per la maggior parte sono destinati ad attività di tipo politico.
La normativa
In Italia gli istituti culturali godono di particolari tutele per il loro valore artistico, in particolare per le attività che svolgono come centri di studio, approfondimento e promozione culturale.
Essi sono pensati per offrire alla comunità un servizio importante di pluralismo. Un aspetto che accomuna tutti gli enti è quello di conservare e valorizzare il patrimonio archivistico e libraio, frutto di una donazione o esito di un lavoro di raccolta e collezione portato avanti negli anni.
Il settore è disciplinato dalla legge n.534 del 17 ottobre 1996 e da successive circolari che spiegano nel dettaglio i requisiti e le modalità per l’accesso ai contributi e le ulteriori concessioni oltre quelle ordinarie. Per richiedere un contributo statale, gli istituti culturali devono essere in possesso della personalità giuridica, non avere finalità di lucro, promuovere attività di ricerca e elaborazione culturale che sia fruibile per tutti e disporre di un rilevante patrimonio bibliografico, archivistico, museale, cinematografico, musicale, audiovisivo, accessibile pubblico in forma continuativa.
Il settore è disciplinato dalla legge n.534 del 17 ottobre 1996 e da successive circolari che spiegano nel dettaglio i requisiti e le modalità per l’accesso ai contributi e le ulteriori concessioni oltre quelle ordinarie. Per richiedere un contributo statale, gli istituti culturali devono essere in possesso della personalità giuridica, non avere finalità di lucro, promuovere attività di ricerca e elaborazione culturale che sia fruibile per tutti e disporre di un rilevante patrimonio bibliografico, archivistico, museale, cinematografico, musicale, audiovisivo, accessibile pubblico in forma continuativa.
Devono prevedere un programma triennale delle attività, organizzare convegni, mostre e altre manifestazioni di valore scientifico e culturale, disporre di una sede ed essere costituiti da almeno cinque anni.
La distribuzione delle risorse
Prendendo in considerazione i fondi elargiti tra il 2012 e il 2014, si nota che ben sette regioni non hanno un ente culturale beneficiario. Cinque regioni non hanno più di tre enti, mentre quelle più fiorenti sono Lazio, Toscana e Veneto. Il numero degli istituti per ogni regione si riflette anche sulla consistenza dei contributi assegnati, per cui le regioni che ricevono contributi più ingenti sono proprio Lazio, Toscana e Veneto.
Gli enti culturali sovvenzionati dallo Stato tra il 2012 e il 2014 si collocano: 40 al nord Italia, 52 al centro e 11 tra sud e isole. Come si può notare dai grafici di seguito, al sud, oltre ad esserci pochi istituti, la quantità di fondi attribuiti a ciascun istituto è per la maggioranza dei casi bassa (fino ai 30.000 euro).
Di cosa si occupano gli enti culturali sovvenzionati
La maggioranza delle fondazioni presenti in Italia si potrebbe considerare nella categoria “politica, diritto e società”. Si tratta per lo più di fondazioni che portano i nomi di politici della prima Repubblica, come la Fondazione Luigi Einaudi e l’Istituto Luigi Sturzo, e degli intellettuali che la Repubblica non l’hanno nemmeno vista nascere - Fondazione Istituto Gramsci Onlus - per citare solo alcuni degli enti culturali più pagati (190.000 euro).
Stando al dilagare del disaffezionamento verso la sfera pubblica e in particolare nei confronti della politica tout court, si potrebbe pensare che c’è bisogno di fare molto di più per rendere quel bagaglio di conoscenze e cultura avvicinabile e fruibile per tutti, al di là di qualche conferenza o della gestione di un archivio.
Martina Di Carlo
Martina Di Carlo
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