La questione Imu torna a dividere in Italia. Ma come funziona la tassa in Europa?
Non ha fatto neanche in tempo ad ottenere la fiducia nelle
due camere, che già il governo Letta si divide sulla questione Imu. Nel
discorso programmatico di ieri alla camera, tenutosi prima della votazione per la
fiducia, il presidente del consiglio
aveva esposto quelli che saranno i punti cardine del governo dalle larghe
intese. Stop dell’ Imu a giugno, rinuncia all'aumento dell’Iva a luglio,
cambiamento della legge elettorale e abolizione delle provincie, un programma per accontentare il popolo della
libertà e per calmare gli animi dei cinque stelle. Il piano era stato accolto
dal Pdl come una vittoria, ma le parole pronunciate questa mattina da Dario
Franceschini hanno già rimescolato le carte in tavola. Il neo Ministro per i rapporti con il
Parlamento ha infatti dichiarato, prima della votazione della fiducia al
senato, che: “l’Imu non verrà tolta, ci sarà una proroga per la rata di
giugno”. Questa puntualizzazione
non è stata gradita dal Pdl che aveva inteso le parole di Letta come il primo
passo per l’abolizione dell’ imposta. Pronta la risposta di Berlusconi: “sono fiducioso
sia sull'abolizione che sulla restituzione. Non sosterremmo un governo che non
attua queste misure né lo sosterremmo dall'esterno”. Torna quindi lo
spettro dell’ ingovernabilità e l’ago della bilancia è sempre lo stesso. L’Ue
intanto si è già espressa a riguardo, l’Italia deve andare avanti con le
riforme ma deve rispettare gli obiettivi di bilancio senza creare nuovo
indebitamento.
Ma l’imposta sulla prima casa, che da noi è il paria degli argomenti politici come viene gestita in Europa?
Ma l’imposta sulla prima casa, che da noi è il paria degli argomenti politici come viene gestita in Europa?

Inghilterra: la
tassazione inglese sul patrimonio è regolata dalla Council Tax. Essa è rivolta
ai residenti e non ai proprietari degli immobili, ed al suo interno comprende
anche il pagamento dei servizi municipali. Prevede un aliquota variabile dallo
0,5% all’ 1,3% basata sul valore catastale accertato nel 1991. Sono previste
varie decurtazioni come ad esempio il 25% in meno se la casa è abitata da una
sola persona. Ovviamente non mancano le
critiche sulla scarsa equità del prelievo in quanto non viene tenuto conto del
reddito delle famiglie.
Francia: ci sono
due tasse sulla proprietà. La prima è la taxe fonciere, nella quale sono
imponibili tutte le costruzioni stabili e che viene pagata dal proprietario
dell’immobile. La sua valutazione cambia da regione a regione, ma ha una base
fissata dallo Stato. Sono previsti numerosi sgravi fiscali. La seconda tassa è
l’ Impot
de solidarietè sur la fortune, questa non è una vera e propria imposta sugli
immobili ma una patrimoniale sulla ricchezza in generale. Prevede il pagamento
addizionale per le proprietà del valore superiore ai 790 mila euro calibrata su
un’aliquota tra lo 0,55 e l’1,8 per cento del valore dell’immobile. Il tributo
aumenta in forma rilevante sui patrimoni oltre 1,3 milioni di euro.
Germania: non è
prevista una tassa patrimoniale sulla casa ma un’imposta fondiaria del governo
centrale che però viene lasciata amministrare dai Land. Il prelievo parte da
una base comune dello 0,35% la quale però è variabile in quanto viene calcolata
con differenti moltiplicatori per ogni zona del paese. Oltre a questo è
prevista un’imposta sui redditi da affitto che varia in rapporto ad un’
aliquota marginale del contribuente.
Spagna: Il paese in cui il regime fiscale
sulla casa presenta le maggiori consonanze con quello italiano . Con aliquote che variano dallo 0,4%
fino all’1,1%, l’ Impuesto sobre bienes inmuebles, risulta
molto simile all’Imu. Viene pagata dalle persone fisiche e giuridiche
proprietarie di abitazioni in relazione alla regione in cui si abita. Di recente
è stata reintrodotta una tassa patrimoniale, ma solo per gli appartamenti con un valore
superiore ai 700 mila euro.
Belgio: la
precompt immobilier si applica sul valore catastale dell’immobile e su base
regionale. L’aliquota è del 10% nelle Fiandre e del 12,5% a Bruxelles e in
Vallonia.
In
conclusione possiamo quindi dire che l’Imu non è un’eccezione Italiana o, come
spesso si sente dire, la tassa per l’Europa che ci chiede sanguinosi sacrifici. Certo è vero che andranno al più presto approntate le necessarie modifiche (sopratutto in materia di equità), ma essa è lo scotto che stiamo pagando per la mala gestione delle finanze
pubbliche che ha contraddistinto il nostro ultimo ventennio. Per anni si è
preferito tassare il lavoro piuttosto che il patrimonio, l'inversione di tendenza era necessaria. Risulta quindi come al solito inutile fare promesse su
una sua totale abolizione, vista l’impossibilità di fare leva sulla fiscalità
generale.
Lorenzo Mariani
Buono ed esaustivo l'articolo sull'IMU, sarebbe interessante integrarlo con la nuova TARSU che di fatto rappresenta un'ulteriore tassazione sulla casa.
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