Il ritorno di Re Giorgio : uno sterminio generazionale.


A pochi minuti dalla nuova, ennesima votazione pare ormai scontata la rielezione di Giorgio Napolitano alla Presidenza della Repubblica. Re Giorgio si assume le sue responsabilità davanti all'inettitudine di questa classe politica.
Giunti ad un tale livello di stallo, la convergenza su Napolitano pare l'unica soluzione plausibile. Se da un lato ciò è vero, è altrettanto vero che si tratta di una non-decisione gerontocratica dai dubbi effetti benefici per il paese. Rimarrà lo stallo per la creazione di un esecutivo. Rimarranno le macerie di un PD distrutto. Rimarrà un sentimento di antipolitica sempre più forte.

Si opterà per un governo di larghe intese (Amato?), ma sorge un dubbio. Se non si è riusciti nell'ultimo anno a riformare la legge elettorale, come si potrà farlo ora, senza dare alla luce un mostro? Si tratta di un ritorno al passato, come se gli ultimi 365 giorni fossero stati cancellati in un attimo. Come se il fallimento del governo Monti, dettato dall'irresponsabilità berlusconiana e dalla piccolezza del centrosinistra non avesse insegnato niente. La Terza Repubblica pare lontana e le urne un incubo sempre più vicino.
L'unica cosa chiara è che l'Italia si sta muovendo di fatto verso un semipresidenzialismo, risultato del default dei partiti.
In tutto ciò il PD ha riso in faccia ai suoi giovani e alle istanze di cambiamento, trovandosi in una guerra tra bande, con i soliti Ras. Più che all'inizio della Terza Repubblica, siamo di fronte ad una polveriera, una bomba ad orologeria, che non tarderà a scoppiare. A pagare il conto sarà come sempre la generazione dei venti-trentenni. Uno sterminio generazionale. 
E pensare che bastava scrivere Rodotà, non silurare Prodi o considerare l'opzione Bonino.
                                                                                              
   
Roberto Tubaldi
@RobertoTubaldi

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