Tubenomics : + 1,85%

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Fonte: Gli Eurocrati

Con un +1,85% Piazza Affari è stata la migliore nella giornata di ieri: i mercati sono sicuri che la situazione greca si risolverà con un accordo tra le parti. Intanto, Atene ha prima reso pubbliche le richieste presentate a Bruxelles la scorsa settimana (tra cui spicca il taglio del surplus primario di bilancio – il saldo tra entrate ed uscite, senza interessi per il debito -  dal 4,5% all’1,5%) e poi ha inviato la richiesta di proroga di sei mesi dei finanziamenti internazionali, in scadenza a fine mese. E siamo ancora alla teoria dei giochi in cui Grecia e BCE/Germania cercano di rafforzare la propria posizione. 

Tuttavia, dopo il niet di Jeroen Dijsselbloem, presidente dell’Eurogruppo, che aveva fatto saltare il tavolo delle trattative lo scorso lunedì, alla Grecia non rimaneva che provare a prendere tempo. Le due settimane di estensione del programma di finanziamenti d’emergenza (Ela), decise dalla BCE ieri sera, sembrano andare nella direzione dell’accettazione della proposta greca di prolungamento del prestito. Prendere tempo, visto che la minaccia dell’uscita dall’euro non funziona più (vedi il monito di Obama al governo ellenico, dopo l’iniziale apertura), sembra significare per Tsipras e i suoi una volontà di dimostrare che un programma di riforme responsabile e alternativo a quello restrittivo della Troika è possibile. Tra sei mesi poi ci si può presentare al tavolo delle trattative con in mano i dati della crescita e magari proporre la conversione di parte del debito in titoli di debito indicizzati alla crescita - utilizzati marginalmente durante la crisi argentina - come vorrebbe Varoufakis e come proposto da diversi economisti, nientepopodimenochè, del German Institute for Economic Research (DIW) di Berlino. In breve, questi growth bond  fanno in modo che il tasso di interesse sia più basso quando la crescita del PIL è sopra una certa soglia e più basso nel caso opposto. In questo modo Atene avrebbe modo di dimostrare se le ricette alternative di Tsipras siano in grado di generare crescita. Inoltre, poichè l’interesse sul debito indicizzato al PIL è più basso durante le recessioni, il surplus primario, che sostiene il pagamento del debito, può essere inferiore, evitando così i traumi dell’austerity. 

Un altro vantaggio, come suggerisce il prof. Cherubini dell’Università di Bologna, è che, se si guarda ai growth bond  come a derivati legati alla crescita del PIL (per i profani, una sorta di scommessa sulla crescita), si nota come questi permettano una riduzione del rischio di credito (ovvero do fallimento della controparte): poichè l’interesse è positivamente legato alla crescita, l’aumento dell’esposizione (perdita in caso di fallimento) avrà una correlazione negativa con la probabilità di default. Infatti, l’esposizione aumenterebbe al crescere del PIL, quando il paese è più stabile, invertendo il paradigma standard dei derivati in cui l’esposizione aumenta al crescere della probabilità di default. Tuttavia, vi sono degli svantaggi non trascurabili che giustificano lo scarso uso dei titoli di debito legati alla crescita. I growth bond, infatti, renderebbero più incerti i pagamenti futuri e aumentando l’incertezza, l’investitore potrebbe chiedere un premio al rischio (interesse) più alto. C’è poi il così detto moral hazard, per cui la struttura di questi bond potrebbe spingere la Grecia a non lavorare per la crescita, al fine di evitare l’aumento degli interessi, sebbene le simulazioni del DIW mostrino l’assenza di incentivi in questo senso. Infine, come sottolineato da Cherubini, ci sarebbe un problema di valutazione di questi titoli, derivante dall’assenza di dati storici disponibili per la Grecia, che genererebbe un prezzo non equo, capace di vanificare tutti i vantaggi sopra elencati. 

Al di là di questa interessante proposta, davanti a noi c’è ancora quel braccio di ferro, che vista la stabilità dei mercati e l’ingerenza statunitense - che, tra l’altro, ha interesse a che l’accordo si faccia, anche per evitare che Tsipras si rivolga a Putin – sembra oggi potersi risolvere senza troppi spargimenti di sangue. Insomma, la soluzione del senso di un gioco della lepre, che auspicavo nel precedente articolo, potrebbe essere vicina.



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