Conoscere e affrontare i (neo) nazisti greci

La sera del 29 ottobre si è tenuta, al 38 di via Zamboni, la presentazione del libro “Alba Dorata” del giornalista Dimitri Deliolanes. L’incontro con l’autore costituisce il quarto di una serie di appuntamenti a cura della Rete degli Universitari dedicata all’analisi dell’emergere di movimenti neofascisti e neonazisti in Europa.
 Deliolanes ha inteso fare chiarezza, con pragmatismo e competenza, sulla genesi di quel partito e dunque in primo luogo sulla sua precisa identità ideologica, sulla sua penetrazione e azione nella società, sulla sua attività ‘istituzionale’, infine sui suoi rapporti internazionali e le sue prospettive.
Molto - ma non, semplicisticamente, tutto - spiegano alcuni numeri della crisi economica greca: calo del PIL del 26% (- 4% quest’anno, -3,7% previsto per il prossimo) in 6 anni consecutivi di severa recessione, disoccupazione generale al 50% e giovanile al 60%, licenziamenti in massa di pubblici dipendenti ( -12.500 nel solo 2013, -15.000 secondo la programmazione per il 2014).
In concomitanza, ad acuire l’asprezza dello scontro sociale, il transito e in molti casi la permanenza di un numero di immigrati pari al al 70% dell’intero flusso verso l’Unione.


Da ciò il successo di Alba Dorata, movimento nato nel 1980 ma irrilevante sino al 2011, quando entra in Parlamento con 18 rappresentanti a fronte del 7% dei consensi elettorali. L’unico risultato precedente quest’affermazione inaudita era stata l’elezione del leader a consigliere comunale ateniese, dovuta alla violenta azione anti-immigrati svolta nei quartieri popolari della capitale.
Un forte limite era sino ad allora costituito dall’ortodossia ideologica del movimento, dichiaratamente nazista. Dell’esperienza hitleriana non vengono scartati neppure - questa la ragione delle parentesi del titolo - gli aspetti più irrazionali, quali esoterismo, teoria della terra cava abitata da fantomatici maestri ariani, ecc.   L’accoglimento, diremmo, acritico e integrale di tutto questo rende ardui i contatti - irricevibili gli inviti ad esempio per Forza Nuova o Casa Pound, che anzi si sforzano di privilegiare aspetti meno retrivi dell’eredità neofascista e aprire nuovi fronti sul piano sociale e culturale - con la galassia degli  analoghi movimenti europei e tutto sommato improbabile un suo avanzamento significativo sia dentro che fuori i confini della Grecia. 
 La situazione attuale fa registrare uno stallo, dopo che pure Alba Dorata era salita nei sondaggi al 15%, causa l’accoltellamento, da parte dei suoi squadristi, di un noto oppositore politico, un rapper - prima vittima greca, si noti - la cui uccisione ha causato imponenti e condivise dimostrazioni di sdegno. In seguito a questa vicenda gli organi inquirenti hanno avuto modo di accertare il coinvolgimento di vari neonazisti in svariate (35) azioni criminali e al momento sei parlamentari sono in stato d’arresto e tre di essi, compreso il leader, in carcere. L’ampio spettro di reati contestati, che per scelta non contempla accuse politiche quali  sovversione, incitamento all’odio razziale, alto tradimento o simili, include invece racket, assassinio, traffico di donne e di armi e soprattutto associazione a delinquere, per la quale la legislazione greca non prevede forme d’immunità parlamentare.

Per capire le ragioni non solo dei veti politici fino ad allora posti alle stesse indagini, bensì anche della scelta di tanti elettori a fronte di un simile, e ben noto, comportamento, veniamo al cuore dell’analisi politica. È significativo che tutte le rilevazioni indichino al primo posto tra le motivazioni addotte da costoro per il proprio voto il mero desiderio di rivalsa sui partiti di governo, vale a dire i conservatori di Nèa Democratìa e i socialisti, effettivamente responsabili di una gestione del potere miope ed irresponsabile, spesso assistenzialista se non clientelare. Essi si dichiarano cioè anti-nazisti, né auspicano una dittatura nazionalsocialista o, significativamente, una semplice partecipazione del movimento ad un qualche governo. Si dicono spinti dall’odio verso gli stranieri e, letteralmente, disperano della politica. La loro estrazione sociale pare varia: nel quadro di un sostanziale interclassismo emerge un forte coinvolgimento della fascia d’età compresa tra i 24 e i 35 anni. I flussi di voti sono chiari: l’elettorato di Alba Dorata proviene dall’ala destra del partito conservatore e assorbe poi quasi completamente quello proveniente dal Laòs, i nazionalisti clericali compromessisi col penultimo governo e spariti dalla scena politica. Sembra improprio, infine, parlare di una ‘costruzione del consenso’ che esuli dalla coercizione fisica, dato che iniziative come la distribuzione di cibo, medicinali e persino sangue ai soli greci, più che frutto di una ‘rete alternativa d’assistenza sociale’, sono ritrovati mediatici ad uso dei giornalisti stranieri.
Più incisiva invece l’azione antisindacale (aggressioni e assalti alle sedi delle organizzazioni dei lavoratori al Pireo e altrove) e parasindacale (contrattazione diretta con alcuni imprenditori per far assumere greci al posto di immigrati in cambio della garanzia di un adeguato contenimento costo del lavoro) la quale può forse gettare le prime luci sulla questione dei finanziamenti privati al movimento. Il tutto nel quadro dell’impotenza delle forze di sinistra, teoricamente maggioritarie, e di larghe connivenze nel centrodestra che guida il governo.

Ampio e realmente utile è stato infine il dibattito con Deliolanes, a conferma della convinzione che impegnarci nell’affrontare questi fenomeni e difendere gli ideali politici e sociali democratici nati dalla Resistenza - e insieme le istituzioni, gli ordinamenti e le organizzazioni che ne sono espressione - sia un dovere di ogni cittadino europeo e non possa prescindere da una sicura e concreta conoscenza specifica.  

Eugenio Mattioni
Laureato in Lettere con massimo di voti e lode presso l'Università di Trieste, prosegue la sua formazione, specializzandosi in Lettere Antiche, presso l'Alma Mater Studiorum, Bologna. Nel tempo libero, si interessa attivamente di politica.

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